I capricci esistono, ma non sono inutili.

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Da quando sono mamma, mi è capitato più volte di imbattermi nell’affermazione “i capricci non esistono“.
Quello che penso io invece è che i capricci esistono. Esistono eccome. E si riconoscono facilmente dalle altre forme di comunicazione, perchè sono fastidiosi e hanno lo scopo di far ottenere al bambino ciò che vuole (e che a volte è impossibile che possano avere), usando la forza. O meglio, quella che è la loro forza in quel momento: il potere di esasperarci.

Naturalmente non sto parlando dei pianti di un bambino di 6 mesi che vuole il latte o stare in braccio alla mamma, su quello siamo d’accordo che siano puri bisogni
.
Ma un bambino di 3 anni che si butta per terra e inizia ad urlare perchè non vuole andare via dal parco giochi, o che inizia a prendere a calci tutto ciò che ha intorno perchè non lo abbiamo fatto cenare con patatine fritte e caramelle o che insiste fino allo sfinimento per ottenere l’ennesimo giocattolo con cui nemmeno giocherà.

Insomma, i capricci esistono ed è inutile negarlo o cambiargli nome, ma il punto è che quello che vediamo (e che ci da così fastidio) è solo uno strato superficiale.

capricci bimba

IL CAPRICCIO OLTRE LA SUPERFICIE

I capricci del bambino, non sono qualcosa di inutile o da reprimere, sono un linguaggio

!
E proprio come ogni altro linguaggio, può essere interpretato e usato per aprire un canale di comunicazione.

Ogni parola, ogni azione, ci dice qualcosa a proposito di ciò che il nostro bambino sente e pensa.

E vi assicuro che questo non è un discorso da “supermamma perfettina zen”. Se mi conoscete saprete che sono tutt’altro che una mamma perfetta e personalmente non sono nemmeno una fan dell’alto contatto (ho resistito 2h con mia figlia nella fascia e in questo post vi ho raccontato del perché non ho fatto nè farò mai cosleeping )

Ma il motivo per cui vi dico che i capricci vanno capiti e gestiti nel modo giusto è semplicemente perché… in questo modo spariscono prima! 😀

Avete notato che i bambini non fanno capricci quando sono da soli insieme ad altri bambini? Non usano i capricci per comunicare tra loro, ma solo per comunicare con gli adulti.
Questo perché loro sanno di avere bisogno di noi per dare un nome alle loro emozioni. Hanno bisogno di un adulto che li aiuti a trovare le parole per esprimere i loro bisogni e i loro problemi. Di na cosa però, di sicuro non hanno bisogno: un adulto più frustrato di loro.

E’ normale che i capricci ci diano fastidio, è proprio quello il loro scopo! Ma dobbiamo tenere a mente che quasi sempre, dietro il capriccio per qualcosa, si cela il bisogno di un’altra.
Dobbiamo metterci in testa che il cervello e il corpo dei bambini non funziona allo stesso modo del nostro.
E in ogni fase della crescita cambia, insieme al modo in cui loro vedono il mondo.

Può sembrare difficile riuscire ad interpretare ogni singolo capriccio, vista l’infinità di motivi per cui può nascere, ma quello che ho imparato dall’esperienza è che la soluzione sta quasi sempre nel soddisfare un bisogno primario.

Banalmente, dietro una scenata, una crisi di pianto immotivato, uno scatto di rabbia… c’è molto spesso della semplice stanchezza.
Altre volte è fame, altre noia, altre il bisogno di presenza o ascolto.

SMETTIAMO DI PREOCCUPARCI DEL CAPRICCIO, PREOCCUPIAMOCI DEL BAMBINO

Quindi, non neghiamo l’esistenza dei capricci, ma smettiamoci di preoccuparci troppo di loro.
Smettiamo di dare importanza a ciò che la gente può pensare di noi vedendo il nostro bambino in preda ad una crisi… diamo importanza invece al bambino che c’è dietro la crisi.
interpretiamo il suo capriccio e rispondiamo al bisogno reale che c’è dietro.

Ci vorrà del tempo, la crescita è un processo lento, ma funzionerà e poco a poco i capricci scompariranno lasciando posto a linguaggi e mezzi di comunicazione più piacevoli ed efficaci 🙂

Un libro che secondo me offre degli spunti utilissimi e delle soluzioni pratiche da attuare quando ci troviamo di fronte agli sfoghi dei nostri figli è “Come parlare perchè i bambini ti ascoltino e come ascoltare perchè ti parlino” di cui avevo già parlato QUI

cosa fare bambino capricci

LA SOLUZIONE

Sempre in base a ciò che ho potuto sperimentare in prima persona con i miei bambini, il modo migliore per porre fine ad un capriccio è quello di fermarsi e ascoltare. Lasciar sfogare il bambino e poi, una volta calmato (perché prima o poi si calmano) ripetergli che noi gli vogliamo bene, anche quando fa così. Che non sempre possiamo dargli quello che vogliono…e che nemmeno noi possiamo sempre ottenere quello che vogliamo.

Un trucchetto che funziona e che mi diverto anche ad attuare è quello di mettermi al loro livello e iniziare ad elencare tutte le cose che io vorrei avere, comprese le più assurde… e poi ad immaginare insieme a loro un mondo di fantasia dove tutto è possibile!
Credetemi, per un bambino è importante capire che il proprio genitore, che lui immagina come onnipotente, sia in realtà così simile a lui. Con tanto di “capricci nascosti”.
Inoltre, ribadire che gli vogliamo bene, è un modo efficace per smorzare subito la voglia di mettere alla prova il nostro amore con richieste di attenzioni sbagliate.
Una volta appurato che qualsiasi cosa facciano, anche se li rimproveriamo, il nostro amore per loro resta immutato… non avranno più motivo per metterci alla prova su questo (e no, non è una cosa che i bambini fanno dopo averlo studiato a tavolino, ma è un comportamento inconscio).

Per noi è scontato ma loro non lo sanno che quando diciamo “no” a qualcosa non è per far loro un dispetto! E noi dovremmo ricordare che quando loro fanno i capricci per qualcosa, non è per fare un dispetto a noi.

 

 

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