Questa è una lettera scritta da un’insegnante, una maestra ma anche una mamma.
Leggetela, ne vale veramente la pena.
“Sono una mamma e una maestra di scuola primaria e quest’anno sono stata nominata a sostengo di una bimba grave, gravissima e… Bellissima.
Bene. Appena arrivo in classe la maestra prevalente mi avverte:”Stai attenta alla madre che cercherà in tutti i modi di tirarti dentro alla sua sofferenza e poi è un po’ fissata con il fatto che la figlia capisce tutto, sa fare tutto ecc”… Ed io sto zitta.
Mi dice che dobbiamo andare a visitare un posto con la classe e che la madre si è “fissata” con il fatto che debba andarci anche la figlia … Sto zitta ancora e intanto incrocio gli occhi della bimba che sono quelli della mia e dentro di me le parlo e le dico “stai tranquilla, ti ci porto io”. Lei sorride ed è bellissima …
Nessuna maestra che è con lei da tre anni ormai sa dirmi quali siano le sue competenze e quali no, la diagnosi funzionale è troppo generica.
Usciamo e inizia la visita guidata. La bimba con la sedia a rotelle cerca di spingersi avanti per guardare i quadri, le tele, i dipinti… Ma la maestra di classe mi dice di tirarla indietro perché leva il posto e la visuale a chi “capisce”.
Resisto e faccio come se non avessi sentito, la porto ovunque, le parlo e le spiego… La maestra mi guarda di sbieco.
Torniamo in classe e mentre tutto il gruppo relaziona sull’uscita lei non ha un compito, un libro, niente… Ed io sono al mio primo giorno e non ho preparato niente. Al che mi organizzo, la coinvolgo e chiedo alla sua compagna di banco, una bimba carinissima, di farci sbirciare sul libro. Lei ci prova ma non c’è tempo e deve lavorare con gli altri.
Merenda: lei da sola e gli altri in gruppo. Cambio pannolino: da panico. I bidelli fanno a gara per non venire. Allora ti cambio io amore, è un’ora che sei con la cacca. Parlo con la maestra dell’anno scorso che mi scarica addosso una serie di cattiverie sulla madre, sulla famiglia e sul fatto che non si può lavorare con un handicap così grave. Le chiedo se ha mai usato la CAA o la tecnologia e mi dice che loro del sostegno vengono da una laurea in scienze della formazione e che hanno sostenuto solo quattro esami troppo generici per poter sapere tutto.
Resisto ancora. Intanto sono completamente innamorata della mia bimba… In lei c’è la mia, la sofferenza della madre è la mia…
Le risposte le ho da lei: uno scricciolo accartocciato su se stesso che indica in modo corretto tutte le forme, i colori, le lettere, i numeri, e che risponde esattamente a tutte le mie domande con gridolini che capisco e interpreto bene. Le ho dato mille baci e lei mi ha fatto mille carezze.
Alla fine della giornata saluto e la maestra di classe mi dice:”Comunque sei molto portata, ne avevamo davvero bisogno”. Mi giro e sulla porta dico:” Corro a casa, c’è mia figlia completamente disabile che mi aspetta”.
GELO TOTALE.
Oggi sono arrivata con il mio I Pad e loro, le maestre, hanno cercato di recuperare ma io ho detto: “Sentite, io non sono la maestra di questa bimba, io sono una maestra di classe a supporto della classe, la bimba è di tutti, di tutta la classe, quindi o si programma insieme o sono cavoli amari. Se vedeste quello che vedo io in lei, se vedeste dentro a questo corpo che non risponde una bimba come le altre desiderosa di scoprire, di sapere, di conoscere , di interagire e di giocare, allora questa classe sarebbe migliore, voi sareste delle persone migliori e il mondo sarebbe una favola”.
La mia bimba si è divertita un mondo con le applicazioni app… Tutti i bimbi erano dietro di lei a cercare di capire cosa stesse usando. Ho fatto un gruppo ricreativo e fuori dal suo banco ha potuto far merenda con gli altri bimbi. Le ho portato un libro di favole e le ho detto in un orecchio di leggerlo quando non ci sono così non si sente sola. Ha 18 ore e quando è senza di me… È sola a guardare il nulla.
Ora sono a casa e guardo mia figlia …
E prego e spero che lei possa sopravvivere all’ignoranza e alla cattiveria della gente”.
Una maestra e una mamma.
Questa lettera è un falso.
Non esiste una maestra che scriverebbe cose del genere perché non esistono maestre che potrebbero comportarsi in quel modo orribile.
Parlare in questo modo della scuola e delle insegnanti è vergognoso.
Io invece, nella mia personale esperienza di alunna, ne ho avuta e vista più di una di maestra come quelle descritte…e anche di peggio!
Ci sono purtroppo maestre così ce ne sono poche ma ce ne sono, ne ho avuto una diretta esperienza.La disabilità è vista come problema, ostacolo, da mettere da parte. In questo paese regna la falsità dell’insegnamento, non l’amore per insegnare. Mia figlia disabile ho lottato e lotto ancora con esseri simili, vivono su tutto va bene a me, e nella mia classe non ci devono essere casi del genere, perchè non voluto, vengono emarginati.