Bullismo su WhatsApp e… all’asilo

L’altro giorno leggo questa notizia (Clicca sull’immagine per andare all’articolo con la notizia)


Ragazzini bullano e offendono il compagno su whatsapp e di chi è la colpa secondo la gente? Ovvio, di whatsapp… e dei genitori che mettono in mano ai bambini questi “strumenti non adatti“.

Ma ne siamo proprio sicuri? Io no, per niente.

Notizia flash: il bullismo esisteva anche prima di whatsapp, prima di facebook e prima dei cellulari. E non era più bello di quello di adesso, anzi… era solo più nascosco.

E stato proprio grazie ai social che questa realtà è venuta fuori, ha iniziato ad essere sotto gli occhi di tutti, se n’è iniziato a parlare e anche a combatterla, arginarla, prevenirla.

Non è stata la possibilità di scambiarsi messaggini che ha spinto i ragazzini a prendere in giro il compagno, se non avessero avuto quelli lo avrebbero fatto in un altro modo, e magari la cosa non sarebbe mai venuta fuori…non sarebbe stata punita e non se ne sarebbe parlato, come invece si sta facendo.

Esperienza personale:
Qualche giorno fa mio figlio Daniel (5 anni) mi ha detto che a scuola l’hanno preso in giro per via del cappello che aveva. Un cappello simpatico, con il disegno di una faccia da mostro. Lo hanno ridicolizzato dicendogli “ma ancora metti questi cappelli da bebè??” e aggiungendo che non poteva far parte “della loro band“.
Lui ci è rimasto molto male (io pure) e non ha più voluto mettersi quel carinissimo cappello da bambino…(bambino che lui, cavoli, ancora è!!)
Ma sono sicura che se hanno deciso che lui “nella band” non ci deve entrare, troveranno un altro motivo per farlo sentire inadeguato.
E ripeto, stiamo parlando di bambini DELL’ASILO, che non hanno di certo whatsapp e facebook.

So benissimo che quello che è successo a Daniel può essere tranquillamente classificato come “cavolata”… ma il punto è che la meccanica è sempre quella, in piccolo o in grande che sia.
E nasce dalle persone, non dagli smartphone.

Incolpare i mezzi di comunicazione, la tecnologia e i “tempi moderni” è sicuramente un modo molto facile per scaricare la responsabilità e trovare apparenti semplici soluzioni, tipo quella di non dare in mano il cellulare ai ragazzini… ma in realtà questo non risolverebbe proprio niente. Se un bambino viene educato al rispetto dell’altro e a non fare lo stronzo (detta come va detta) queste cose non succederanno, nemmeno dandogli in mano uno smartphone e dicendogli “usalo come ti pare”.

Cosa fare?
Evitate di essere voi per primi a fare commenti e dare giudizi sugli altri, tipo “non compriamo questa maglietta, che è da poppanti, prendi quest’altra che è da figo” o “ahah guarda che sederone quella!” o “l’hai visto quello?? Non si capisce se è maschio o femmina” o “dai, davvero ti piace Gabriele?? Ma ha pure gli occhiali!” (quest’ultima è stata detta a me, quando andavo alle elementari).

Se siete voi genitori i primi che si divertono a prendere in giro la gente (vista in tv, per strada…), che si basa su pregiudizi e stereotipi… è quello l’insegnamento che trasmettete. Lo so che può essere divertente la presa in giro, il pettegolezzo… ma se c’è un bambino/ragazzino che vi ascolta, pensateci due volte.

Libro consigliato:

Wonder: ne ho parlato qui -> La diversità è una cosa normale

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3 commenti

  1. Ma questo cappello e’ carinissimo *_* I bambini dell’asilo non capiscono niente 😛
    a parte gli scherzi, purtroppo i social in un certo senso hanno peggiorato le cose perche magari una volta te ne tornavi a casa e per un po’ ti lasciavano in pace, invece adesso ti perseguitano anche a casa.
    Anche se, io mi ricordo benissimo che alle medie alcuni compagni ne maltrattavano un altro, un po’ “sfigato” e gli telefonavano in casa quando sapevano che non c’erano i suoi o gli scrivevano le peggio offese sui muri intorno a casa. Quindi direi che non effettivamente non e’ whatsapp il problema (o solo lui), un modo purtroppo lo si trova sempre.

  2. Condivido perfettamente il tuo pensiero!
    i bambini sn influenzati dall'ambiente in cui vivono imitando il modo di fare e di parlare dei grandi!

  3. Il bullismo non si combatte…le scuole coprono e se ci si rivolge alle autorità non si muove una foglia…

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