So che siete abituati a leggere su questo blog solo post allegri e spero di non mettere tristezza a nessun con questo post che oggi ho proprio voglia di scrivere, per tirare fuori un po’ di ciò che ho conservato per me in questi mesi, un pensiero che nei momenti in cui meno me lo aspetto torna a trovarmi.
E il pensiero sei tu cara amica, cara Barbara o meglio…cara Zia Brà.
Vorrei tanto parlarti, raccontarti tutto quello che ho fatto in questo ultimo anno, vorrei tanto che sulla chat di facebook, sotto l’ultimo messaggio che ti ho scritto uscisse la scrittina “visualizzato”.
Ma non succederà, perché da quasi un anno non ci sei più, per colpa di un male bastardo che hai scoperto mentre (doppiamente bastardo) allattavi il tuo piccolo.
Quasi un anno è passato da quando K (così lo chiamavi affettuosamente tu) ha privato due bambini e il mondo di un essere speciale come te.
Una persona così unica, che dopo aver scoperto di avere un tumore al seno ha avuto l’idea di aprire una pagina Facebook (Roba di K) sotto la voce “comico” per esorcizzare la paura, per allegerire l’animo di noi che volevamo starti accanto, iniziando a scrivere post tipo questo
“Caro K,
quante invidie mi hai procurato tra le mie amiche non puoi manco immaginarlo!
Perché mi permetti uno sballo una volta a settimana? Naaaaaaaaa…
Perché mi permetti di stare comoda in poltrona per tantissime ore lontano dai piatti da lavare e dai pannolini da cambiare? Naaaaaaaaa…..
Perché mi fai risparmiare i soldi del parrucchiere? Focherello…
Per quella magica notte dalla quale mi sono svegliata come se avessi trascorso le ore nel centro estetico più ” in” della zona, ma … aggratis!
Le mie amiche non ci vedono più da quando sanno che un bel mattino mi sono svegliata e ta-daaaaaa… dall’ascella alla caviglia lisssia lissssia che è una meraviglia!
E’ inutile, ho realizzato uno dei sogni più sognati dalle donne (e anche da molti uomini).
A parte quelle che apprezzano lo stile hippy-cavernicolo, la maggior parte delle donne che hanno superato gli 8 anni desiderano non avere neanche un pelo.
Io ero una di loro. E tu sei un grande. Un grande rompiballe dal risvolto magico…”
Perché tu eri così! Vedevi il sole anche di notte, ti piaceva far sorridere gli altri e avevi sempre le parole giuste da dire!
Come queste qui sotto, che hai inviato a noi amiche mamme “compagne di pancia” e che in nottate come le ultime che ho passato, con la Pupazzetta che mi chiama ogni 5 minuti e vorrei prendere a capocciate il muro, ad un certo punto tornano a risuonarmi in testa e all’improvviso tutto diventa più facile.
Più si avvicina il giorno in cui ti abbiamo salutato e più ti penso zia Brà, e penso ai tuoi splendidi gioielli che stanno crescendo con un meraviglioso papà ma che sarebbero dovuti crescere anche con la meravigliosa mamma e donna che eri e che continui ad essere nei cuori di chi ha avuto l’onore di conoscerti.
E ti immagino sempre con quel sorriso che nemmeno K è mai riuscito a toglierti.
Ma non posso fare a meno di provare anche un altro sentimento, uno che tu non hai mai mostrato, forse non tanto bello nè tanto giusto…ma umano: rabbia.
Sì, io sono arrabbiata!! Perché ci credevo davvero che saresti guarita! Perché tante donne ogni anno si ammalano (circa 48’000 ogni anno) ma tante poi guariscono.
La cura ha fatto grandi passi anche grazie alla diagnosi precoce (il 98% dei casi presi al primo stadio si concludono con la guarigione!)…ma evidentemente ancora non bastano
Serve ancora tanta ricerca e soprattutto tanta prevenzione.
Sì, perché anche se sappiamo quanto questo male sia diffuso tra le donne, ancora abbiamo paura a parlarne! Come se parlarne, come se chiamare le cose con il proprio nome “tumore”, come se prendere in considerazione l’idea di sottoporci ai test diagnostici possa in qualche modo “portare sfortuna”, permettendo al male di materializzarsi.
Invece bisogna parlarne, parlarne e parlarne! Perchè se deve arrivare arriva, ma se lo scopri in tempo guarisci…e se la scienza perfeziona la cura, magari guarisci anche se lo scopri un po’ in ritardo.
Vorrei quindi invitarvi a visitare e supportare come me il sito del progetto Pink is Good promosso dalla fondazione Umberto Veronesi (che solo nel 2014 ha finanziato 28 ricercatori specializzati nella lotta al tumore al seno) per donare minuti (basta inserire il codice trovato sugli assorbenti Lines che compriamo ogni mese) o Euro (da 5 a 50€) supportando così attivamente la ricerca e le campagne di informazione legate ad una realtà che non possiamo e non dobbiamo ignorare o sottovalutare!
Se ci uniamo ce la possiamo fare! Impegnandoci sia a parole (informando) che a fatti (donando e prendendoci cura di noi stesse).
Stupendo leggerti, parola di nonna! Ti avessi conosciuta 45 anni fa, quando é nata la mia primogenita, e non c'erano mé pannoloni, né cellulari…..
. sei stupenda!!!!!