Le 9 regole per essere un buon padre

Eccoci con il nuovo guestpost scritto da Jacopo Campidori per Cose da Mamme accompagnato da una mia vignetta originale 🙂 Trovate tutti gli altri esilaranti capitoli nella categoria “Vita da papà” e non dimenticate di mipiacciare la sua pagina facebook, dove lo troverete in veste più seria e professional 🙂 “Gli Psicologi

[line]

9 regole per essere un buon padrePin
Foto di Dave Engledow

All’interno del ménage familiare, il padre ricopre un ruolo amaro e impopolare, ma assolutamente necessario: quello dello sfasciatore. L’uomo possiede infatti la capacità, innata, di distruggere qualsiasi conquista fatta dalla compagna nell’educazione dei figli.

L’uomo è un Caterpillar, dove passa devasta, schiaccia tutto, non lascia neppure un filo d’erba, crea il deserto, e non ha neppure l’ardire di chiamarlo Pace.

“Caro mi raccomando, sto uscendo, alle nove i bambini a letto. Mi raccomando, i denti, il viso”. L’uomo non distoglie neppure lo sguardo dal televisore, i coltelli Miracle Blade dello chef Tony hanno la precedenza su tutto, “Certo cara, non ti preoccupare, tutto under control”, esclama, mentre immagina la virilità del brandire quelle lame, come un grande samurai sulla via del Bushido, libero di affettare, tagliare e sminuzzare. L’apoteosi dei sensi. Il rapimemento esatico. Il nirvana.

Ma ad un certo punto una vocina sottile ha l’ardire d’intromettersi in questo idillio, in questo connubio tra l’uomo e le sue fantasie guerriero-culinarie. “Babbo, io ho sonno”, “Ma chi sei?”, bofonchia baritonale l’uomo delle caverne, “Sono tuo figlio, ricordi? Quello più piccolo. La mamma ha detto che dobbiamo andare a letto presto”. E lui lo guarda, tentando di mettere a fuoco quella figura familiare, “Non ti preoccupare, il babbo era un po’ impegnato, ma ora viene subito”, e guarda l’orologio sulla parete. Mezzanotte!

E tutto si anima come un carosello, sulle note circensi del grande Benny Hill. “A letto, è tardissimo!”, e si corre in bagno, poi in cucina, poi in camera, “Babbo ho sete!”, e di nuovo in cucina a bere, “Veloci, a letto, a letto!”, e si spenge la luce, poi si riaccende, si spogliano i bambini, si mettono sotto le coperte, “Babbo il pigiama!”, e si fanno rialzare, gli si mette il pigiama, “Babbo non mi hai tolto le scarpe!”, ma a quel punto è troppo, che la madre sta per tornare, “E basta! Va bene così, che domattina facciamo prima a vestirci”, e spenge la luce. “Buonanotte bambini, dormite ora”. “Con le scarpe babbo?”. Sì. Con le scarpe.

Ascoltatemi, vi voglio rivelare una grande verità: non credete a quei padri collaborativi che gestiscono i propri figli senza mai un errore. Essi mentono, sapendo di mentire. Un vero padre, degno di questo nome, fa uscire suo figlio con la maglia del pigiama, credendo che sia una camicia, e anche parecchio elegante.

E se tu, padre, che stai leggendo queste righe, vuoi essere un vero padre, non ascoltare quei consigli ipocriti di educatori, psicologi, medici, tutti saccenti, sapienti, e stracolmi di boria. No, non li ascoltare. Se tu vuoi essere un vero padre, devi solo seguire queste nove regole che io ti dirò. Nel momento in cui saranno tue, allora sarai un vero padre. Solo allora. Non prima.

REGOLA 1: L’ATTEGGIAMENTO 

Quando un figlio torna a casa piangendo, perchè dei bulli lo hanno pestato, un padre non deve affatto preoccuparsi dei rudimenti di etica e convivenza che la madre tenta di impartirgli, “si gioca tutti assieme”, “si deve essere educati”, “volemose bene”. Il buon padre è colui che sa aspettare con pazienza, scuotendo negativamente il capo ad ogni affermazione della moglie, per interromperla, d’un tratto, per dare al figlio la giusta lezione di vita: “Figlio mio, la vita a volte può essere dura, ma ricorda sempre queste parole che mi disse in punto di morte il mio maestro, il buon Hammurabi: “qualora un compagno colpisca un suo pari, gli siano troncate le mani”. Questo è ciò che devi fare a chi ti infastidisce. Questo è tutto ciò che devi sapere della vita”. È questo il vero padre, colui che sa distruggere con una sola frase quattro mesi di fatiche educative della moglie.

REGOLA 2: I GIOCHI

Una madre fa di tutto per educare suo figlio alla semplicità ed alla genuinità. E ci prova comprando solo giochi biodegradabili di legno o mais, senza batterie. Giochi talmente naturali che un bambino li può anche ingoiare. “Babbo, perchè il piccolo Teddy non ha più le braccia?”, “Fame, piccolo mio, avevo tanta fame”, “Mamma! Ma il babbo ha mangiato le braccia di Teddy!”, “Spione”.

Ricorda sempre questa grande verità: un vero padre li odia i giochi ecosostenibili, come il diavolo odia l’acqua santa. Solo un vero padre sa cosa è bene per suo figlio, e si riassume in una sola parola: Playstation. Ed è compito suo iniziarlo ai valori della vita trucidando alieni nel più violento sparatutto mai messo in circolazione. “Ma ci credo poi che all’asilo morde i bambini”, “Zitta femmina, non metteremo fine a questa carneficina fino a che queste dannate Locuste non saranno cibo per i vermi!”.

playstation fPin

REGOLA 3: L’ABBIGLIAMENTO

Gli uomini sono entità elementari, che credono più alla sostanza che all’apparenza. Per questo, per un buon padre, suo figlio è sempre ben vestito. Pantaloni bucati, scarpe al contrario, colori male assortiti. Va tutto bene, perchè un buon padre ha dentro di sè, l’indole poetica del buon clochard. “Babbo non farà freddo in canottiera?”, “E perchè mai dovrebbe fare freddo? Solo perchè è il 31 dicembre? Andiamo, lagnone, indossa questa”, “Babbo ma è una tovaglia!”.

REGOLA 4: L’IGIENE

Padre, ricorda sempre questa regola: più tuo figlio è sporco, più anticorpi svilupperà. Siamo stufi di quei bambini che si ammalano alla prima brezza primaverile, che soffrono i pollini, e starnutiscono colando muco. Il vero padre sa bene che l’unico modo per sviluppare anticorpi è vivere in simbiosi con la natura, sventolando alta la bandiera del buon selvaggio. “Caro, nostro figlio ha preso i pidocchi”, “E allora? Non voleva un animaletto? Eccolo accontentato”. Il vero padre è quello che manda suo figlio a scuola con le palpebre saldate dalle cispe e la bocca incrostata di latte. Della settimana precedente.

REGOLA 5: I PASTI

È vero, a tavola si sta seduti, e non ci si alza fino a che non s’è finito. Ed è vero, si mangia quello che c’è nel piatto. Ma queste regole valgono solo quando tua moglie è nei paraggi. Quando non c’è non sei tenuto a rispettarle: mangiate pure sul divano, sbriciolate a terra, se vi va sputate e, quando avete finito, pulitevi la bocca con le tendine nuove del salotto. Solo così i tuoi figli ti rispetteranno, ti vedranno come una figura sopra le righe, un vero amico, uno con con cui ci si può divertire.

REGOLA 6: IL LINGUAGGIO

“Non si dicono le parolacce!”, esclama la madre sgridando il proprio figlio, “Ha ragione vostra madre, echeccazzo!”, esclama il padre. Un vero padre non usa un linguaggio da Ancelle di Maria. Se vuoi essere un vero padre, non limitarti nella tua favella, ma torniscila di imprecazioni come fossero diademi, impreca, sbraita e datti al turpiloquio: solo così tuo figlio apprenderà il giusto slang per farsi rispettare ed essere infine il leader che tu desideri, e non quella mammoletta che vorrebbe sua madre.

parolaccePin

REGOLA 7: L’ORDINE

Il buon padre, sostiene sempre una moglie quando questa cerca di insegnare l’ordine ai propri figli: i giochi vanno rimessi a posto dopo averli utilizzati, i pennarelli nella loro confezione, i vestiti sulla sedia. L’importante è essere uniti, solo così i bambini impareranno la coerenza. Ma è anche assolutamente necessario che un buon padre offra ai propri figli un modello di vita alternativo, così che possano confrontarsi con l’incredibile mutabilità della vita: e l’unico modo per farlo è lasciare le scarpe da lavoro sporche di melma in cucina sotto al tavolo, i calzini ai piedi del letto, e le mutande sul lampadario.

REGOLA 8: LA TV

È importante che i bambini guardino solamente programmi adatti alle loro età. Ma solo quando il padre è stanco e vuole riposare. Quando invece un buon padre è in giornata, allora è importante che li prenda sotto la propria ala protettiva per trasmettere loro i veri valori che l’hanno reso quello che è oggi: Daitan 3, l’uomo tigre, e il non plus ultra del machismo, Ken il Guerriero. “Caro, ma nostro figlio mi ha appena fatto un colpo di Hokuto, non sarà troppo diseducativo?”, “Impossibile cara, se fosse stato Hokuto saresti esplosa dopo dieci secondi”.

TITOLO UOMO TIGRE VS PEPPA PIGPin

REGOLA 9: LA MUSICA

Ogni madre è convinta che le proprie creature debbano essere coltivate annaffiandole con le dolci note di Chopin, cullate col canticchiare leggiadro d’un usignolo, mentre volteggiano leggermente in una pace dei sensi che risuona cristallina dalla cucina all’anticamera.

Niente di più sbagliato. Perchè un vero padre sa che il proprio figlio deve farsi le ossa per affrontare il mondo, e niente è più indicato di una dose  massiccia di Heavy Metal sparata a tutto volume di buon mattino. Questo si che è un padre! È solamente quando le note metalliche di una chitarra elettrica rintronano le pareti, che un vero padre può definirsi tale. Alza il volume, sentiti vivo, libero di urlare, sommo re del tuo privato Gods of Metal, mentre tuo figlio, finalmente felice, con gli occhi sgranati potrà arrampicarsi posseduto sulle pareti: “Siamo i guerrieri di metallo!”, potrete urlare in coro come Vikinghi. Finalmente liberi!

Ma per essere un vero padre DOC al 100%, un uomo deve essere lesto a switchare su un notturno in mi bemolle, un attimo prima che sua moglie introduca la chiave nella toppa di casa. “Caro, il piccolo mi sembra un po’ agitato, è anche tutto sudato”, “Mah non saprei, era tranquillo fino ad ora…”, “Io chiamo il pediatra, non si sà mai”.

Se vuoi essere un vero padre, segui attentamente queste poche regole, e vedrai che il tuo indice di gradimento salirà alle stelle.

Sarai il genitore perfetto, il preferito, quello con cui ci si diverte davvero.
I tuoi figli ti adoreranno. Per loro sarai un mito.
Almeno fino a che non avranno quattordici anni.

Poi diventerai comunque uno stronzo.

Articoli consigliati

10 commenti

  1. Molto carino e simpatico questo post dedicato ai papà. Trovare un uomo ordinato e collaboratico è come trovare un ago in un pagliaio..ma in fondo va bene così l’importante e volersi e sentirsi voluti bene

    >>Originali Regali per Bambini

  2. Articolo fantastico! Nella regola 3 mi ci rispecchio molto XD

  3. La maggior parte sono riferite ai padri di una volta al giorno d'oggi i padri rispetto ad una volta sono molto più presenti e nella maggior parte dei casi siamo noi a seguire più le regole.
    Sembra un'articolo di una mamma degli anni 80.
    Si ci può anche fare una risata sopra ma sembra che le mamme di oggi si son dimenticate come era un padre una volta
    Abbiamo fatto una super evoluzione in questo noi papà e non c'è lo riconoscete mai
    Viva i papà di oggi

  4. c'è sempre chi non capisce l'ironia 😛

  5. Leggendo tutto questo sono convinta di essere un buon "padre"

  6. silvia lucarelli

    Son d’accordo con il papà che si è sentito in qualche modo offeso.. son modelli di trent’anni fa forse.. mio marito è perfetttamente in grado di vestire la nostra bimba di due anni e di farla mangiare senza che per questo si scateni l’apocalisse.. i papà di oggi son molto molto più bravi di un tempo!

    1. Non si capisce che tutto il post è assolutamente ironico?? 😀

  7. Semplicemente stupendo !!!
    Ho una bimba che ora ha 9 mesi e tante di queste ” ironiche ” regole li vivremo insieme, perché è vero che i padri d’oggi fanno molto di più… ma stanno perdendo quell’aria che incoscientemente ci prepara per diventare nonni meravigliosi, ovvero vivere in modo più leggere e spensierato.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.