BES (Bisogni educativi speciali): perché è bene parlarne

 

studenti-bes-guida-normativaPinOrmai noi tutti, genitori o insegnanti, abbiamo almeno una volta nella vita sentito parlare di DSA, ovvero Disturbi Specifici dell’Apprendimento – quali dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia. In realtà, a ben vedere, il panorama dei disturbi che possono interessare uno studente a qualsiasi livello di scolarità è molto più ampio e variegato.

Per questo motivo è stato introdotto da alcuni anni il concetto di BES, acronimo che indica i Bisogni Educativi Speciali. Tali disturbi (che comprendono tra l’altro i DSA) possono essere permanenti (per esempio nel caso di un alunno disabile) o circoscritti in un determinato periodo. Un esempio efficace che ricade in questo secondo caso è quello di un alunno straniero che non ha una buona conoscenza della lingua italiana e dunque fa molta fatica a seguire le lezioni. L’area dei BES comprende sostanzialmente tre macro categorie: quella della disabilità (con o senza certificazione), quella dei disturbi evolutivi specifici e quella, infine, dello svantaggio socio-economico, culturale e linguistico.

Ovviamente, non tutte queste situazioni potrebbero essere certificate come patologiche (ad esempio, utilizzando la legge 104), e pertanto è bene conoscere approfonditamente la normativa per comprendere cosa prevede e come possono essere tutelati i propri diritti.

Ad ogni modo, in circostanze di questo tipo, gli alunni possono beneficiare della condizione di BES e dunque poter accedere ad un piano di studi personalizzato.

Infatti, il Consiglio di Classe può decidere di redigere uno specifico piano di studi (PSP), che indichi tra le altre cose quali sono i provvedimenti dispensativi e compensativi (per esempio, effettuare meno verifiche in classe) e quali le metodologie di insegnamento da utilizzare (attraverso dei tutor, strumenti informatici e altri strumenti compensativi).

Naturalmente, il primo passo è quello di comprendere la definizione di BES e riconoscere tali casi. È importante che la famiglia così come gli addetti ai lavori (insegnanti in primis) abbiano un’adeguata cognizione di causa rispetto a tale problematica che, in effetti, riguarda tutti. Per questo motivo, il lavoro di Mammastyle.it nel creare una guida, approfondita e completa, sui BES potrebbe essere d’aiuto a tutti coloro che vogliono approfondire il tema.

La guida, disponibile anche in PDF per essere salvata e letta successivamente oppure stampata, è suddivisa in capitoli e paragrafi così da agevolare la lettura: viene fornita così la definizione di BES e, in seguito, si fa un lungo excursus sulla storia, dalle classi differenziali al concetto di Bisogni Educativi Speciali, senza dimenticare ovviamente la parte relativa alla normativa in essere.

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