Film: Vita da Gatto – recensione e significato del finale

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La settimana scorsa io e Alyssa siamo state invitate all’anteprima del film “Vita da Gatto”.
Da amanti dei gatti (nonché felici “suddite” di una di loro), non vedevamo l’ora di vedere questo film che già dal trailer aveva stimolato la nostra curiosità.
Anche perché eravamo tornate giusto da 2 giorni da un viaggio in Francia (paese di produzione e in cui è ambientato il Film) ed eravamo nel mood perfetto!

L’opera, è un adattamento del romanzo “Rroû” di Maurice Genevoix del 1931 e si rivela un’esperienza immersiva che trascende la semplice visione cinematografica per trasformarsi in un viaggio emotivo e visivo attraverso la Francia, dalle strade di Parigi alle montagne dei Vosgi… ma anche un viaggio profondo dentro noi stessi.

Si rimane letteralmente colpiti e affascinati dalle riprese con protagonisti gli animali, sia per l’altissima definizione e qualità delle immagini, sia per quello che vediamo fare loro sullo schermo, assolutamente realistico e naturale senza palesi effetti artefatti al pc (ulteriore personale nota positiva: gli animali NON parlano)

Presentato al Giffoni Film Festival 2023, “Vita da Gatto” narra le vicende di Rroû, una gattina piena di vita e curiosità, la cui esistenza prende una svolta decisiva quando viene adottata da Clémence, una bambina di 10 anni.
Clémence sta passando un momento difficile della sua vita: la separazione dei genitori… e il rapporto che instaurerà con Rroû sarà decisivo per aiutarla ad affrontare i cambiamenti che l’aspettano.

Il film, in uscita nelle sale il 18 aprile, è un inno alla curiosità, all’esplorazione e all’avventura, perfettamente incarnati da Clémence e Rroû.

Tuttavia, non mancano momenti di tensione, specialmente quando la trama si sposta nella foresta, un ambiente che può apparire minaccioso a causa della presenza di animali selvatici.
Queste scene, insieme alla figura “ruvida” di Madeleine, introducono tematiche più profonde, come la sopravvivenza e il rapporto tra l’uomo e la natura, trattate con una delicatezza che rende il film adatto anche ai più giovani.

Quella tra Clémence e la sua gatta è una storia di crescita, scoperta e, soprattutto, di un’amicizia indissolubile che si sviluppa in un contesto naturale mozzafiato, ricreato con maestria dal regista Guillaume Maidatchevsky… e che ci insegna che “amare” non significa “possedere” e che i veri legami restano nonostante separazioni e distanza.

Inizialmente non mi sono ritrovata d’accordo sul finale in quanto ne avrei preferito uno diverso… ma poi ho capito!
Riflettendoci, la mia impressione è che quello che succede alla fine rappresenti un collegamento con il tema del divorzio affrontato nel corso della vicenda, facendoci comprendere il messaggio che a volte le esperienze della vita ci cambiano e che, nonostante l’affetto che ci lega a qualcuno, per poter essere se stessi è necessario separarsi… e anche se questo può farci soffrire, è l’unico modo per poter ritrovare la vera felicità.

Qui potete vedere il nostro Mini Vlog della serata al cinema!

Posso quindi dire che “Vita da Gatto” non è un semplice film per bambini, ma è un’opera che parla anche al cuore degli adulti, ricordando loro l’importanza di guardare il mondo con occhi curiosi e aperti, come quelli di un bambino… e di un gatto.

Io e Alyssa siamo uscite dal cinema con un senso di meraviglia rinnovata, convinte che ogni spettatore, indipendentemente dall’età, possa trarre insegnamento e ispirazione da questa splendida storia di amicizia, avventura e amore per la natura.

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