Scuole chiuse ma negozi aperti? Ecco perché è giusto così.

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In questi giorni di “emergenza Coronavirus” ne ho lette veramente di tutti i colori riguardo l’ordinanza di chiudere le scuole fino al 15 marzo (per noi che viviamo in Veneto, si tratta già della 3a settimana di chiusura) e in particolare ho letto molti post polemici (e spesso dai toni canzonatori) riguardo il fatto che non abbia senso chiudere le scuole e tenere aperte le attività commerciali o permettere ai genitori di continuare ad andare a lavorare.

Ad esempio:

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Potrebbero sembrare osservazioni giuste, ma basta rifletterci per più di mezzo minuto per capire che non è proprio così.

Perché la chiusura delle scuole è una misura giusta a prescindere da tutto il resto?

E’ una misura giusta perchè non si può pretendere né sperare (dato il grado di allarme attuale ancora non estremo) nella sospensione di OGNI attività lavorativa, cosa che creerebbe enormi disagi (pratici ed economici) al momento non giustificati.
E’ ovvio che se la situazione passerà da preoccupante a tragica, si farà anche questo, affrontandone le conseguenze… ma speriamo di non arrivarci!

Nel frattempo però si tenta di limitare i danni, rallendando il contagio del Covid-19 senza scatenare il panico (quello vero, che seguirebbe la chiusura di TUTTO) e come si fa?
Iniziando dal chiudere il luogo in cui avvengono il 90% dei contagi.

Un luogo in cui i bambini, veicolo perfetto per il virus, visto il loro sistema immunitario immaturo, sono costretti a stare per ore a stretto contatto in uno spazio chiuso.
Bambini che, per loro natura, tendono ad essere molto fisici tra loro anche nel gioco.
Bambini che non sono certo in grado di seguire scrupolosamente le norme igieniche (diciamolo, molti mangiano le loro stesse caccole!).

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Ok ma che senso ha se poi i genitori vanno a lavoro e tornado a casa contagiano i bambini?

Beh, non tutti i lavori presentano condizioni rischiose con tanta gente chiusa in un piccolo spazio e in più si presume che degli adulti consapevoli saranno in grado di mettere in atto tutte le accortezze necessarie per ridurre il più possibile il rischio.

Inoltre se un bambino salta un mese di scuola non subisce gli stessi danni di un negoziante a cui viene imposta la chiusura totale dell’attività.

Ecco perchè si sta facendo di tutto per contenere il virus senza arrivare a delle misure drastiche che causerebbero un danno economico irreversibile alla società.

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E i centri commerciali aperti?

In questi giorni non sono certo mancati i messaggi di allerta, le raccomandazioni, le notizie sulla pericolosità della situazione.
Perciò la maggior parte delle persone ha già iniziato a comportarsi di conseguenza limitando le sue uscite, ed evitando di andare in posti potenzialmente affollati come i centri commerciali che infatti non sono più frequentati come prima.

Se la frequentazione di un centro commerciale non si annulla, ma si riduce ad 1/3 è comunque un bel traguardo, perchè anche la diffusione del virus rallenterà di almeno 1/3.

E’ vero che purtroppo gli esempi negativi non sono mancati, vedi la folla radunatasi nel centro commerciale per Elettra Lamborghini… infatti su questo ritengo si debba intervenire con un’ulteriore ordinanza che vieti eventi che comportano inevitabilmente degli assembramenti.

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La scuola è obbligatoria, i negozi e gli svaghi no

Cosa significa?
Significa che se i negozi e i ristoranti per legge possono rimanere aperti, io posso comunque decidere, per precauzione, di non andarci senza nessuna conseguenza per la mia persona.
Cosa che infatti, come appena detto, molta gente sta facendo.

Se però le scuole restassero aperte e una parte di genitori, per precauzione, decidesse di non mandarci i figli… questi si ritroverebbero svantaggiati rispetto al resto della classe che nel frattempo continuerebbe a frequentare e potrebbero arrivare a perdere l’anno nel caso superassero il numero massimo di assenze.
Tenendo chiuse obbligatoriamente le scuole, non si delega ai genitori la decisione tra il salvaguardare la salute o l’istruzione dei propri figli, non si creano disparità a livello di preparazione e le assenze saranno tutte giustificate senza conseguenze.

Lo stesso ovviamente vale per l’università.
Non sarebbe giusto che chi decidesse di stare a casa per contribuire alla limitazione del contagio si ritrovasse svantaggiato rispetto a chi decide di continuare a frequentare, tenendo presente che uno studente universitario non contribuisce all’economia come un lavoratore (per il quale purtroppo non si può applicare lo stesso principio).

Questa motivazione si aggiunge a quella già espressa sul fatto che le scuole hanno dimostrato di essere (in generale) i luoghi di contagio per eccellenza.

Non fermeremo il contagio, ma lo rallenteremo (si spera) a sufficienza.

Questo non significa che il rischio verrà annullato.
Infatti dobbiamo mettere in conto che può benissimo succedere di contagiarsi (e contagiare) sul luogo di lavoro e poi portare il virus in casa… ma lo scopo di queste norme non è quello di annullare completamente i rischi, ma di rallentare il più possibile la velocità di contagio in modo da permettere alle strutture ospedaliere di riuscire a gestire il numero di persone che dovessero sviluppare complicazioni importanti.

Se ci ammaliamo tutti insieme, il sistema sanitario collassa e di conseguenza non sarà in grado di prestare assistenza a tutti.

No alle “scuole improvvisate”

Se le scuole sono state chiuse quindi, un motivo c’è. E il fatto che ad altre attività sia stato concesso di restare aperte (almeno per ora) ci può rassicurare perché significa che non siamo ancora arrivati ad una situazione disperata, ma non è certo un motivo per considerare tutto “una presa in giro” e cercare delle stupide scappatoie come l’idea avuta da alcune mamme di allestire una sorta di “baby parking privati” turnandosi con la gestione dei bambini.

E lo stesso vale ovviamente per tutte quelle organizzazioni che in questo momento pubblicizzano servizi di baby parking e animazione, assolutamente fuori legge, come ribadito anche dalle amiche di 50 sfumature di mamma

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Niente panico, ma nemmeno incoscienza.

Non bisogna farsi prendere dal panico e in questo il fatto che ci siano ancora luoghi in cui possiamo decidere di andare (con un po’ di buonsenso) aiuta, ma non dobbiamo nemmeno agire in preda all’incoscienza!

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Leggi anche: Coronavirus in gravidanza, che rischi ci sono?

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2 commenti

  1. Bravissima Silvia, finalmente qualcuno che scrive cose sensate su questa situazione. Concordo con quello che hai scritto! Spero che anche la maggior parte delle persone arrivi a capire la motivazione delle scelte del governo e anche l’importanza del proprio ruolo per ridurre al minimo i contagi.

  2. Sarebbe da modificare questo post con le indicazioni corrette. E cioè che all’inizio per paura si è chiuso tutto, giustamente anche le scuole.
    Ora non si riaprono per incompetenza. Proprio di stasera le ultime notizie in arrivo dalla Gran Bretagna con aggiornamenti circa il contagio tra bimbi.
    i bambini contagiati inglesi, pochissimi tra l’altro, non hanno contagiato alcun adulto con cui sono venuti a contatto dato che la loro carica virale è bassissima.
    Fermare le scuole ora significa condannare l’80%delle donne alla inattività e quegli specchi per le allodole dati, congedi e bonus, mai basteranno a coprire l’intero periodo.
    Ma la cosa più scandalosa è il non conoscere cosa succederà l’anno prossimo.
    Il problema non è il virus ma la scuola è la sua inerzia.
    Nelle elementari a salire avranno lavorato i docenti. Ma dal nido alla mater a?
    Perché non metterli in cassa integrazione e creare un fondo per aiutare le famiglie?

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