Sulla pagina Facebook “e serbi un sasso il nome” che vi consiglio caldamente si seguire, perché piena di spunti interessanti come questo, ho scoperto l’affascinante storia di questa donna veramente tosta e voglio riportarla:
A Staglieno, passeggiando nella parte riservata ai nobili e ricchi borghesi della città di Genova, non si può non rimanere colpiti dalla presenza di un monumento di grande bellezza raffigurante una popolana.
Sul grembiule, che pare appena tirato fuori da un cassetto di biancheria pulita e stirata, pendono collanine di nocciole (le reste) tenute da mani che hanno conosciuto freddo e fatica.
Il volto austero dell’anziana donna fa pensare alla durezza della sua vita.
E’ il monumento di Caterina Campodonico, morta nel 1882.
Caterina ha avuto il coraggio di sbattere fuori di casa il marito ubriacone e violento, di affrontare un processo per alimenti e trovarsi costretta ad ottemperare all’ordine del giudice di versare al marito una somma di denaro.
Caterina paga, la sua libertà vale molto di più che la fatica di girare sui piazzali di Acquasanta, Garbo e del San Cipriano a vendere le sue collanine di nocciole benaugurali per le spose e se per le nocciole non è stagione, Caterina vende mazzetti di violette. Caterina se ne infischia dei pettegolezzi della gente di Portoria, il suo quartiere, e dei suoi familiari che mettono in dubbio l’origine dei suoi guadagni e dei sui affari.
Ma i soldi si sa non odorano, e quando Caterina viene colpita da una grave malattia, sul letto che pareva essere di morte, sente i parenti che litigano per l’eredità.
Caterina però guarisce e le viene in mente un’idea: non lascerà nulla a quei parenti indegni.
Si porterà la sua fortuna nella tomba. Letteralmente.
Commissionerà al migliore scultore di Genova il suo monumento funebre e condurrà la sua battaglia contro il Comune per vedersi collocata tra i nobili e ricchi genovesi, vincendola. Da lì passa tutta Genova e tutta Genova dovrà vedere in quella tomba la ricchezza che da sola è stata capace di accumulare.
Ma non sarà una tomba come le altre, non ci saranno angeli della morte, cristi o madonne. Simboli religiosi e crocifissi, prefiche o nere signore. Sarà lei, Caterina Campodonico, così come tutti l’hanno conosciuta perché la sua figura, il suo volto, il suo lavoro dovranno restare per sempre fissati nella pietra, per l’eternità.
Il costo fu ingente. A Caterina non rimasero che pochi soldi per sopravvivere ancora pochi mesi alla conclusione dell’opera e pagare un buon poeta perché scrivesse l’epitaffio a raccontare la sua storia.
Ai parenti nulla se non la fama eterna della loro inutile cupidigia scolpita nella pietra.
Che personaggio! Questa donna è stata una vera ribelle.
Qui a Genova è un mito! L’ho citata anche io in un mio post :)
Ogni volta che vado a Staglieno passo a vedere questo imponente e importante monumento e lascio una preghiera per questa coraggiosa e ribelle donna che tanto mi piace. Rip Caterina, sei un esempio per tutte le donne, genovesi e non.