Annora e il gatto misterioso

“E se il bambino che non dorme non avesse un problema o un difetto ma un superpotere?”

Questa è la domanda alla base di questo piccolo racconto che, ispirata dalla mia cara figlioletta Alyssa che sembra non aver mai bisogno di dormire, ho scritto in una delle tante notti sveglia 🙂 (Musa ispiratrice anche de la canzone delle notti in bianco)
Quindi ecco a voi “Annora e il gatto misterioso“. Potete leggerlo anche su 20lines http://it.20lines.com/read/31463

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Annora era nata con un potere speciale: le bastava dormire un’ora o anche meno per sentirsi rigenerata come se avesse dormito per 9 ore di fila.
Questa sua dote però inizialmente era stata tutt’altro che apprezzata, i suoi genitori infatti avevano provato in ogni modo a contrastarla e reprimerla.
Si erano addirittura rivolti a dei medici per cercare di trovare una soluzione a quella che per loro era niente di meno che una malattia, ma senza alcun risultato.
Con il passare degli anni però Annora imparò a gestire questo suo straordinario potere, aiutata anche dalla sua spiccata intelligenza e dal senso di indipendenza fuori dal comune che la caratterizzava, iniziando a trarne tutti i vantaggi del caso.
Di giorno cercava di comportarsi come gli altri bambini di 7 anni, ma quando calava la notte, mentre per tutti era il momento di andare a letto, per lei iniziava finalmente la parte della giornata che preferiva.
Pensateci un po’, voi che ne fareste di 8 ore di vita in più?
Io vi posso dire cosa ne faceva Annora. Aveva capito già da tempo di non poter fare niente di rumoroso così da non disturbare i suoi genitori che riposavano nella stanza accanto, perció impiegava il suo tempo immergendosi in attività silenziose come ascoltare buona musica con le cuffie, disegnare, scrivere e soprattutto leggere.
Aveva imparato a leggere in modo spedito quando aveva 4 anni e da quel momento non si era più fermata. La sua curiosità non aveva limiti e passava notti intere tra romanzi appassionanti libri e manuali sugli argomenti più disparati.
Chiunque restava a bocca aperta quando parlava con lei, non sembrava certo di avere a che fare con una bambina di seconda elementare.
Non c’era più niente che le sue maestre potessero insegnarle, così a scuola si annoiava da morire… E purtroppo non riusciva a divertirsi nemmeno con i suoi coetanei, che spesso non riuscivano nemmeno a capire di cosa stesse parlando.
I ragazzi più grandi peró figuratevi se volevano avere qualcosa a che fare con una mocciosa, perció la piccola Annora non aveva proprio nessuno con cui potesse confrontarsi e discutere alla pari…a volte si chiedeva “chissà se esiste al mondo qualcuno che mi somiglia.”

Era una notte come le altre, a parte il cielo, che aveva qualcosa di diverso, sembrava più luminoso, come se qualcuno avesse acceso delle stelle in più.
Annora uscì sul terrazzo della sua cameretta e inizió ad amminare la via lattea e le sue costellazioni, così ben visibili quella sera, giocando tra sè e sè a riconoscerne il più possibile. Fu allora che lo vide.
Inizialmente era poco più di un’ombra, poi apparvero due fessure gialle, intense come la luce di un semaforo in piena notte.
Annora tese la mano verso lo scuro felino, che subito si avvicinó, senza alcuna paura. C’era qualcosa di magico in quel gatto nero… L’alchimia tra i due fu immediata!

I giorni e le notti continuarono a passare e l’appuntamento con il gatto era ormai diventato abitudine, la bambina lasciava sempre la finestra aperta perchè potesse entrare liberamente.
Lo aspettava per dividere con lui lo spuntino che la mamma le lasciava ogni sera e il gatto misterioso, così lei si riferiva a lui, apprezzava soprattutto il buon latte che Annora non si faceva zuccherare apposta per poterglielo offrire.
Si metteva comodo sulle sue ginocchia o passeggiava su e giù sopra il letto, silenzioso ma presente e quando lei gli parlava sembrava che ascoltasse e che capisse tutto. Talvolta, a modo suo, addirittura che le rispondesse.
Alle 4 poi, puntuale come un orologio svizzero, se ne andava via, sgattaiolando fuori dalla finestra, così come era arrivato.
Chissà dove andava, si chiedeva Annora. Forse a dormire, o a cacciare da buon predatore o da qualche bella gattina che lo stava aspettando.
Nessuno sapeva di questi incontri notturni, nemmeno i suoi genitori…le piaceva l’idea di avere un segreto e poi niente poteva toglierle dalla testa l’idea che quel gatto avesse qualcosa di magico, e come lei sapeva bene… le cose speciali non tutti possono capirle.
Poi una sera il gatto misterioso non si presentó al solito appuntamento. Annora passò tutta la notte a lanciare occhiate alla finestra sperando di intravedere la sua sagoma, ma la notte passó e lui non arrivó. E fu lo stesso per i 3 giorni seguenti.
A quel punto la bambina inizió seriamente a temere di aver perso il suo unico vero amico, così senza pensarci due volte prese un foglio e mise a frutto le sue capacità artistiche, affinate nelle notti insonni, per disegnare un identikit decisamente realistico del gatto misterioso, ne stampó delle copie e scese in strada iniziando a distribuire i volantini a tutti i passanti chiededo se avevano visto un gatto che gli somigliasse. Collezionó molti complimenti sul disegno, ma purtroppo nessuna informazione che potesse esserle utile per ritrovare il suo amico.
Annora, che stava ormai perdendo le speranze, prese gli ultimi disegni rimasti e inizió ad attaccarli agli alberi circostanti.
Nel momento in cui stava affiggendo l’ultimo le si avvicinó un bambino della sua stessa età, guardó per qualche secondo l’immagine prima di esclamare con sicurezza “io l’ho visto questo gatto!”
Annora sgranó gli occhi “dici davvero?!”
“Certo” annuì il bambino “è il mio gatto!”
“Cosa? Come…il tuo gatto… Ma ne sei sicuro?” Chiese lei confusa.
“Beh, non è che sia proprio mio… Ma viene da me tutte le notti, alle 4 in punto e resta fino al mattimo. O almeno così ha fatto fino a 3 giorni fa…”
Annora a quel punto improvvisamente capì ogni cosa, voleva che si incontrassero.
Guardó negli occhi quel bambino e ci vide se stessa.
Iniziarono a parlare e presto si rese conto di non essersi sbagliata: lui era come lei. E come lei se ne stava quasi nascosto, invisibile, per questo non si erano mai accorti l’uno dell’altra pur abitando a pochi passi.
Dopo 10 minuti insieme sembrava che si conoscessero da una vita! Iniziarono a giocare, a parlare dei loro libri preferiti e a ridere l’uno delle battute argute dell’altro.
Ancora non lo sapevano, ma quei due avrebbero vissuto insieme avventure straordinarie.
In quel momento prendersi per mano fu un gesto spontaneo e subito dopo un’inspiegabile sensazione attirò il loro sguardo verso l’alto.
Sul tetto c’era un gatto nero, che guardava dritto verso i loro nasi all’insù e che ci crediate o no…il gatto aveva un’aria compiaciuta.
Annora lo salutó con la mano chiedendosi se l’avrebbero più rivisto e intanto pensava che la sua impressione era stata esatta, quel gatto era magico davvero.

Immagine copertina by: http://www.etsy.com/listing/85146351/lillian-and-licorice-print-8×10

Vi è piaciuto? L’idea è quella di scrivere altri capitoli sulle avventure insonni di Annora e Teo!

Piccola curiosità: Il nome Annora è un’invenzione di mio figlio Daniel che ha chiamato così sua sorella durante un gioco…mi è piaciuto e l’ho utilizzato per questo racconto!

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1 commento

  1. Bellissimo racconto.
    Non vedo l’ora di leggerne altri.

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