Come rispondere alle raffiche di “me lo compri??”

In questo post non voglio parlare di cosa o quanto comprare ai bambini, ma di come rispondere quando la risposta è “no”. C’è chi compra tanto, chi poco, chi solo un certo tipo di cose…ma anche per i più spendaccioni prima o poi arriva il momento in cui diranno “no, non te lo compro“.
Mio figlio, da monaco asceta disinteressato ai beni materiali che era, con il compimento dei 3 anni è entrato con tutti i calzini (le scarpe non le mette mai) nella fase “tutto quello che vedo nelle pubblicità e nei negozi è bellissimo e deve essere mio”.
Naturalmente non si limita a comunicarlo una sola volta, ma inizia a martellare sapete bene cosa chiedendo in continuazione “mammaaaa io voglio il maiale che mangia i panini!!” poi allo spot successivo ha già dimenticato il maiale e attacca con “ooohh mi prendi il magico mondo della sirenetta?” e 30 secondi dopo “Le tartarughe ninjaa!! Le compriamo?? “WOW voglio lo Spongebob alto 10 piani!!”
Allora mi sono chiesta: come devo rispondere a queste richieste?
Inizialmente mi giocavo la carta del “lo chiedi a babbo natale“, poi superato il natale sono passata a “te lo prendo per il compleanno” ma poi mi sono resa conto che io, proprio io, la paladina della verità, quella che ha sempre rotto le scatole a tutti dicendo “non dite mai le cavolate al bambino!” per qualsiasi cosa tipo mia madre che gli dice “i biscotti sono finiti” e io “NO! non è vero che sono finiti, è solo che ne hai già mangiati abbastanza” e cose del genere…insomma, io gli stavo effettivamente dando delle risposte non vere…perché sapevo benissimo che non sarebbero bastati tutti i compleanni della sua vita a coprire tutte le richieste che faceva.
Perciò ho capito che era arrivato il momento di farlo scontrare con la realtà.
“Me lo compri?”
“No.”
Ma non pensate mica che sia finita qui…eh no, perché la cosa più difficile arriva adesso: “Perché no?”
E di nuovo mi rendo conto che anche in questo caso spesso e volentieri gli davo una risposta sbagliatissima…peggio di quelle che gli davo prima, infatti dicevo: “perché costa troppo” o “perché non ci sono i soldi“.
Apparentemente non sembra una risposta tanto scorretta…insomma direte, è la verità! E invece no! Non è la verità…o meglio, forse è vero che quel giocattolo costa troppo e forse è vero anche che non ci sono i soldi, ma non è quello il motivo per cui non gli compro il giocattolo! Perché nemmeno se avessi tutti i soldi del mondo gli comprerei tutto quello che chiede.
Il vero e unico motivo è che quel giocattolo NON GLI SERVE. Anzi, non solo non gli serve, ma lo danneggia. Quell’ennesimo gioco in più non farà altro che demolirgli la fantasia, azzerare il suo desiderio, …perché subito dopo tutta la sua attenzione passerebbe di nuovo a ciò che non ha e alla prossima richiesta da fare invece di godersi ciò che ha appena ottenuto.

lo voglio firmaPin

Gli dico di no perché voglio insegnargli che la felicità non viene dalle cose che si possiedono, ma da noi stessi. Lui dentro di se ha già tutto quello che gli serve per prendere una cosa qualsiasi e trasformarla in un’altra diversa e meravigliosa, è lui il protagonista, è lui il creatore del gioco e dell’avventura.
Insomma, non sono i giocattoli che fanno il gioco, e quando diventano troppi invece di fungere da stimolo e incanalare la fantasia del bambino, la bloccano, portandolo alla lunga a provare noia e insoddisfazione per qualsiasi cosa.
Inoltre il messaggio che gli trasmetto dicendogli “no perché costa troppo” è che “tutto quello che conta sono i soldi” e che è giusto possedere cose inutili, purché si abbiano abbastanza soldi per comprarle.
Certo, i soldi sono una parte fondamentale della nostra vita, ma non sono quello l’obiettivo da raggiungere nè certamente la cosa più importante intorno a cui far ruotare tutta la propria vita e non voglio che cresca inseguendo questo ideale, non voglio che cresca sentendosi sempre insoddisfatto perché non può permettersi questo o quello (e ci sarà sempre qualcosa che non potrà comprare)…ora il giocattolo, domani il supercellulare, dopodomani il megamacchinone.
Voglio invece che cresca imparando a riconoscere le cose importanti, cosa porta la vera felicità e cosa porta a quel brivido di felicità apparente che dura solo un istante.
Voglio continuare ad impegnarmi per evitare le risposte facili.
Ora quando inizia con le raffiche di richieste gli spiego che non glielo prendo perché non avrebbe il tempo (ecco cosa è importante!) per giocare con tutto e alla fine non si divertirebbe nemmeno, che può divertirsi tantissimo con quello che ha già e con quello che possiamo inventarci da soli…poi passo all’atto pratico e andiamo a giocare insieme!

Ho iniziato da poco ma già ne vedo i risultati! Le richieste che mi fa sono sempre meno e ha ricominciato a giocare di più, in modo molto più fantasioso e fuori dagli schemi. Non si arrabbia quando gli dico di no perché evidentemente ne capisce il motivo e non insiste più come faceva prima.

Quando poi arriva un gioco nuovo (in genere a sorpresa e non in seguito alle sue pressioni del momento) ecco che finalmente lo apprezza come dovrebbe! 🙂

aly e dan gioco tavoloPin

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10 commenti

  1. Gran bella risposta davvero e il bambino deve essere molto intelligente perché già capisce cosa ha un valore autentico e cosa no. Per ora il mio piccolo non fa richieste se non essenziali alla sua sopravvivenza ma nel futuro cercherò di ricordarmi di queste parole ma sopratutto delle azioni che ne conseguono: dedicare tempo al gioco con il piccolo.

    1. Grazie! Mi fa piacere sapere che potrà tornarti utile questa mia teoria 😀 e non credo manchi molto al momento in cui anche il tuo piccolo uscirà dalla fase senza richieste eheheh
      Diciamo che sul fatto di capire cosa ha valore e cosa no ci stiamo ancora lavorando…non è qualcosa che si impara con un paio di risposte giuste e come dicevo ho iniziato da poco ad intraprendere questa strada, ma sono sicura che poco a poco i frutti aumenteranno e i benefici si vedranno sul lungo termine!
      I miglioramenti fatti fino ad ora sono di buon auspicio.

  2. bellissimo pezzo, te lo approvo tutto! Io cedo solo su un punto: i libri. Ma anche li stiamo esagerando anche perchè evito i libri dei cartoni… non ti dico che musi! Come è difficile quando tutto grida CoMPRAAAA!

    1. Grazie!!
      Anche io adoro i libri e diciamo che in genere su quelli non mi faccio tanto pregare, ma come te cerco di evitare quelli a tema cartoni animati che so che lo attraggono solo per il personaggio sulla copertina… comunque l’argomento di cui volevo parlare in questo caso non era tanto il cosa comprare, quando, quanto e perché ma come comportarmi in quei casi in cui la risposta è “no”.

      1. Si, si… infatti è sempre difficile trovare le parole giuste. Anche per dire non ti serve!

  3. È bello lo metterò subito in atto! Ma non so se avrò risposta, ma ci provo, come si fa dentro un supermercato dove di sicuro non lo posso distrarre andando a giocare con lui??

    1. Quanto ha il tuo bimbo? Se è abbastanza grandino puoi semplicemente dirgli cosa farete una volta tornati a casa, la prospettiva del tempo che passerete insieme dovrebbe bastare a tenerlo buono per il tempo della spesa.
      Altrimenti puoi portare qualcosa da casa con cui possa distrarsi, magari facendolo stare dentro il carrello a giocare (se non hai la necessità di riempirlo tutto)

  4. Ah ah ah, anche io volevo tutto quello che vedevo in pubblicità! 😀

  5. Non sono madre e non ho intenzione di avere figli a breve ma è una cosa che mi sono sempre chiesta. Aggiungo la questione ‘Non ci sono soldi’ crea un attenzione spasmodica sulla questione denaro. La questione Natale/Compleanno crea un’attesa poi puntualmente e ovviamente delusa. (Cerco di pensare a come ragionavo quando ero bambina eh).
    Mi aiuti con una piccola curiosità? Se un bambino ti dice ‘Ma il mio vicino di casa/amico/compagno di scuola ottiene tutto quello che vuole. perché io no?’ come gli si risponde senza umiliarlo? (Tipo ‘Perché tu non sei lui’ che fa tanto ‘Perché lui se li merita di più’)

  6. Ciao Silvia, se ti va dai un’occhiata a questo pezzo. E’ il punto di vista dei papà verso le figlie femmine, in chiave ironica, ma con molti “fondi” di verità, credo… http://cosedentroefuori.wordpress.com/2014/04/11/padri-di-femmine-eroi-sacrificali/

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