Perché non sono d’accordo con lo sciopero dell’8 marzo

Ieri sulla pagina di Cose da Mamme ho pubblicato questa vignetta a tema 8 Marzo in riferimento agli scioperi previsti per oggi.

8 marzo sciopero fPin

Ha ricevuto moltissime condivisioni, ma anche alcune critiche, in particolare riferite al fatto che i motivi per cui si sciopera siano molto più importanti di eventuali problemi causati dallo sciopero stesso.
Questa è una cosa che io non metto in dubbio e sono tra le donne disposte a lottare per porre fine ad una situazione di disparità ancora diffusa, specialmente in certi paesi e in certi ambiti… e il fatto che a me magari non tocchi personalmente, non vuol dire che non mi interessi.

Ma come ho risposto ad un commento, per me il punto è che come una giornata di sciopero non rovina la vita a nessuno… non cambia nemmeno la vita a nessuno!
Gli scioperi che hanno davvero funzionato sono stati quelli continui, estenuanti, che hanno messo in ginocchio la comunità in cui venivano fatti oltre che chi li portava avanti… non quelli simbolici di un giorno.

Non sono d’accordo con chi critica lo sciopero in quanto “libero professionista che non può permettersi di scioperare” visto che lo sciopero, in ogni caso, non viene mai pagato, nemmeno se sei lavoratore dipendente, quindi in realtà non cambia niente tra liberi professionisti e non, e infatti non è questo il motivo per cui non sono d’accordo con questa iniziativa, ma il motivo è che innanzitutto le donne non sono solo vittime degli uomini, ma il più delle volte sono vittime delle donne stesse o della loro stessa mentalità. 

Ho letto addirittura di chi esortava tutte le donne ad attuare lo sciopero del sesso… come se il sesso fosse un servizio che gentilmente offriamo e non qualcosa che piace a noi quanto agli uomini con cui lo facciamo.
Se così fosse, oltre ad esserci davvero qualcosa che non va, vorrebbe dire che non è una protesta a favore delle donne…ma contro gli uomini! (Anche perchè altrimenti nel caso di una coppia lesbo non avrebbe senso.)

Ma cos’è? Una lotta per i diritti a suon di dispetti? Dispetti tra l’altro indirizzati verso gli uomini, visti sempre come “il nemico” e verso noi stesse!
Ma cosa pensiamo di ottenere in questo modo?

Quello che bisogna fare per cambiare realmente le cose (e ripeto, la mentalità della donna in primis) non è una giornata di disservizi, dal momento che qualunque persona penso sappia affrontare l’imprevisto dei bambini a casa da scuola o di uno sciopero dei mezzi, vista la frequenza con cui entrambe le cose avvengono durante l’anno, e pure astenersi dagli impegni domestici per un giorno non credo sia una cosa così rara (a casa no di certo!)

I cambiamenti veri, avvengono in altro modo, con un lavoro costante di informazione e lotta quotidiana ai compromessi ingiusti.

Se invece l’idea era quella di fare semplicemente qualcosa di simbolico a favore delle donne, sarebbe stato meglio mettersi tutte d’accordo per fare un gesto di altruismo e generosità, per veicolare il messaggio di solidarietà tra donne e per le donne, coinvolgendo anche gli uomini che per quanto mi riguarda non sono un nemico da combattere… e non il contrario, organizzando una giornata di donne incacchiate, che tentano di creare problemi un po’ a tutti e che domani torneranno a fare esattamente quello che facevano prima.

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