Enuresi notturna – che fare se il bambino fa pipì a letto

Verso i due/tre anni praticamente tutti i bambini sono ormai senza pannolino. Alcuni nel momento in cui lo tolgono di giorno riescono direttamente a farne a meno anche di notte, per altri invece ci vuole un po’ più di tempo e durante il periodo di transizione staranno senza pannolino di giorno e con delle mutandine assorbenti di notte. Poi però ci sono quei bambini ai quali il pannolino di notte non si riesce proprio a toglierlo, e che dopo mesi o anni dallo spannolinamento diurno, ancora non riescono a controllare lo stimolo durante notte, in quei casi si parla di enuresi notturna.

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Se questo succede, comunque, non c’è da allarmarsi! Secondo le statistiche infatti, tra i bambini di 6 anni ben il 10/15% ancora non controlla lo stimolo della pipì di notte e sono soprattutto i maschietti ad avere più spesso a che fare con questo problemino.
L’enuresi notturna nella maggioranza dei casi tende a risolversi spontaneamente e si divide in

  • Primaria: quando il bambino non ha mai acquisito il controllo notturno. In questo caso la causa è spesso attribuita ad un ritardo di maturazione della vescica oppure a un insufficiente controllo ormonale. Non serve interrogarsi su chissà quali motivazioni psicologiche. Il bambino ha soltanto bisogno di un po’ più di tempo!

  • Secondaria: quando il bambino riprende a fare pipì a letto dopo aver avuto il controllo della vescica per almeno 6 mesi. In questo caso la motivazione può essere psicologia. Ad esempio il bambino sta passando un periodo particolarmente stressante o emotivo. Può succedere con la nascita di un fratellino o in concomitanza di altre grandi novità.

  • Sintomatica: compare come conseguenza di una malattia ad esempio un’infezione urinaria o in casi molto più rari diabete mellito.

Ma come aiutare il bambino a superare l’enuresi primaria?

Armatevi di pazienza

Perdere la pazienza, mostrarvi frustrate, rimproverarlo o ancor peggio parlare davanti agli altri del suo problema, non lo aiuta minimamente a risolverlo ma, al contrario, farà aumenterà in lui stress e ansia, che sono nemici giurati dell’enuresi notturna.
Cercate invece di affrontare la questione con la massima serenità, ignorando eventuali commenti di parenti o amici che vi dicono “ma dai?? ha ancora il pannolino??” come se non avessero mai sentito niente di più assurdo in vita loro. Voi sapete che è una fase normale, che vostro figlio non è il solo al mondo a passarla e che passerà, quando sarà il momento.

Coinvolgetelo nel lavaggio della biancheria

Per far aumentare nel bambino il senso di consapevolezza di ciò che succede, coinvolgetelo nelle operazioni di pulizia quando bagna il letto. Fatevi aiutare a cambiare le lenzuola e buttare il pigiama in lavatrice. Mi raccomando, non dovete mettergliela giù come punizione! Non lo state punendo per quello che ha fatto. Semplicemente…sono cose che vanno fatte e lui è giusto che vi dia una mano.

Lodatelo quando non bagna il letto

Ogni volta che una nottata passa senza incidenti, complimentatevi con il bambino! Anche se la pipì a letto è un fenomeno involontario, le lodi e il sentirsi gratificato, possono agire nel suo subconscio e portare effetti positivi.

Assicuratevi che faccia pipì prima di andare a letto

Svegliare il bambino nel cuore della notte per costringerlo ad andare in bagno, può essere controproducente poichè essere disturbati durante il sonno genera stress che è a sua volta una delle causi dell’enuresi notturna.
Assicuratevi piuttosto che vada bagno poco prima di mettersi a letto e ricordategli di alzarsi nel caso dovesse scappargli ancora durante la notte.

Quando rivolgersi ad un medico?

Come ho già detto, l’enuresi notturna si risolve di norma in modo spontaneo, ma se dopo i 7 anni il bambino dovesse ancora manifestare questo disturbo è meglio rivolgersi ad uno specialista che a quel punto approfondirà la questione e stabilirà se alla base ci sono problemi medici e all’occorrenza prescriverà una terapia.

E’ il caso di rivolgersi al medico anche in caso di enuresi secondaria, ovvero quando il bambino ricomincia a fare pipì a letto dopo un lungo periodo (almeno 6 mesi) in cui non la faceva, per approfondire i motivi di questa regressione (che potrebbero essere di natura psicologica o fisica e in entrambi i casi vanno risolti)

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