Questo guestpost è scritto dallo psicologo (e papà) Jacopo Campidori per Cosedamamme, potete trovare molti consigli sul suo sito glipsicologi.info che vi invito a visitare se troverete utile questo post!A quasi tutti i bambini piace disegnare
, riempiendo fogli di carta con mille colori, tracciando linee, girigogoli, disegni astratti, sempre più concreti via via che crescono, fino ad autentici capolavori.
Noi non possiamo far altro che prenderli in mano, colmi d’ammirazione al limite della sindrome di Stendhal, e pensare: e questo che diavolo rappresenta? C’è un cerchio, delle linee, uno scarabocchio. Forse se mi metto a testa in giù, una prospettiva nuova mi darà la risposta. Ma niente da fare, è senza ombra di dubbio uno scarabocchio. E allora non ci resta che chiederlo ai nostri piccoli artisti. Cos’hai disegnato amore mio? Una balena col suo piccolo, babbino caro. Un cavallo volante. Un leone gigante. La mamma col turbante.
Che bello amore mio, sei bravissimo, esclamiamo con affetto, continuando ad osservare l’immagine sdubbiati. Dannata balena se ci sei ti scoverò, ma niente da fare, della balena nessuna traccia. Ma se lo dice nostro figlio, noi gli crediamo, e lo appendiamo alla porta del frigorifero, che sui muri non c’è più spazio.
Poi i bambini crescono. E dentro quel cerchio spuntano due occhi abbozzati e una bocca che esce dal foglio. Sei tu babbo. Grazie amore mio, sei bravissimo, hai fatto bene a non disegnarmi il naso e le orecchie, non si intonavano con la cravatta. Ci scrivo la data di oggi, e lo appendo. Tolgo quelli vecchi? Ma non si possono togliere i vecchi disegni, sarebbe un affronto, e si tappezza la casa di opere d’arte d’un Picasso in erba.
E crescono ancora, queste giovani promesse, e spuntano le braccia, le gambe, la testa si distacca dal busto e si solleva sul collo, compaiono gli optional, cappelli a punta, bottoni colorati, fucili laser, scarpe con molle per saltare, strass, sciarpe di chiffon, ampie gonne principesche e borse di Luis Vitton. Ad un certo punto i disegni non possono più essere confusi, sono chiari, e quello che vediamo sul foglio è chiaramente un essere umano. Con occhi azzurri e capelli biondi. Chi è amore mio, un surfista californiano? Ma sei tu babbo, non vedi? Che dolce zuccherino, peccato che io abbia i capelli e gli occhi del colore del carbone. Lo nascondiamo subito nel cassetto? No, appendiamolo con gli altri settecento. Lo attaccheremo sul vetro della finestra, oscureremo il sole, così avremo una scusa per accendere quelle novecentosettanta candele profumate che tua madre ha preso all’Ikea. Bravo babbo, sei un ganzo. Puoi dirlo forte, figlio mio, ma il prossimo disegno lo appendiamo a casa dei vicini, che non hanno figli, magari a loro è rimasto un angolino libero.
I disegni dei bambini, la naturalezza, la spontaneità, l’inventiva, l’estro, la creatività, tutto molto bello.
Ma poi arrivano gli psicologi e rovinano tutto. Sempre loro.
Tuo figlio ha disegnato il cappello in testa ad un personaggio? Èun insicuro, troppi divieti!
E quelle braccia corte che sono? Troppo timido, insicuro, insicuro!
E volete un consiglio? Parlate di più tra di voi, ascoltatevi, si vede chiaramente che non c’è comunicazione in famiglia. Chi me lo ha detto? Ma è lampante, il bambino del disegno non ha le mani, più chiaro di così.
Ma sono vere queste cose? In linea di massima sì. In psicologia l’analisi del disegno è uno strumento molto importante che viene però utilizzato in concomitanza ad altri strumenti: presi assieme permettono di fare un quadro completo del bambino, in modo da da poter intervenire nel caso di eventuali problematiche, ma limitarsi alla sola interpretazione del disegno può essere utile al massimo per capire se c’è qualcosa che non va, per accendere un campanello d’allarme, ma sono interpretazioni fini a se stesse, che non vanno assolutamente prese alla lettera.
Come per Freud i sogni rappresentavano la via regia per accedere all’inconscio degli individui, allo stesso modo i disegni rappresentano il modo più semplice per accedere al mondo interiore dei bambini.
I test dell’albero e della casa, ad esempio, sono molto utilizzati dagli psicologi dell’infanzia. Sono test però che non hanno una validità scientifica. Questo non significa che non siano utili, al contrario, in mano ad uno psicologo sono strumenti importanti che vanno ad affiancarsi da altre metodologie (ad esempio l’osservazione del comportamento, il colloquio con la famiglia, ed altre tecniche che non vado ad elencare). Sono importanti nel senso che permettono di ricavare informazioni in più, che vanno ad assumere un senso solo assieme all’altro materiale raccolto.
Ma nonostante tutto un genitore non si accontenta, vuole sapere, conoscere, scoprire le verità che si nascondono in quei disegni. E comincia a girellare per internet come un segugio sulla pista della verità.
Ecco quindi come interpretare i disegni più comuni: l’albero, la casa e la famiglia.
E scopriamo che un albero non è solo un albero. Un albero rappresenta tutta l’essenza di un bambino.
Se un albero ha tante radici significa che c’è un forte attaccamento con la madre che lo rende sicuro di sè.
Se l’albero è piccolo il bambino potrebbe essere introverso.
Anche la posizione è importante, se si trova al centro della pagina, non è stata ancora superata la fase dell’egocentrismo tipica dell’infanzia.
E quella frutta che pende? Sintomo di un bambino generoso.
E fate attenzione, se disegna rami lungo il tronco, la sua sessualità si sta risvegliando: occhio a mandarlo in discoteca.
E le case? La casa rappresenta il rapporto con la famiglia.
Se è grande, il bambino è estroverso, se è piccola è un bambino che ha bisogno di essere incoraggiato.
Se le finestre sono chiuse, vostro figlio ha poche relazioni col mondo esterno.
Se dal camino non esce il fumo, può significare che al bambino manca di un rapporto affettivo che lo gratifichi.
E se disegna una strada vicino alla casa, beh, probabilmente sta già pensando di fare i bagagli e partire all’avventura come un moderno Jack Kerouac.
Ma il disegno più gettonato è sicuramente quello della famiglia. Attenzione a come viene rappresentata:
Il primo personaggio raffigurato è quello verso cui il bambino nutre più ammirazione, mentre se qualcuno viene tralasciato c’è un senso di rifiuto verso quella persona. Questo non vuol dire che ci sia necessariamente un problema profondo, se un bambino ad esempio in un disegno esclude la mamma può essere semplicemente che quel giorno avevano litigato o che non l’ha sentita vicina. E’ il caso di porsi qualche domanda in più invece nel caso in cui un membro della famiglia venga escluso sempre dal disegno della stessa.
Anche le dimensioni contano: chi viene disegnato più piccolo è visto come un rivale (e in questo modo neutralizzato), chi viene disegnato più grande rappresenta una figura dominante che lo inibisce. I bambini si disegnano vicini a coloro che ammirano di più, mentre hanno difficoltà a stabilire legami con chi mettono in disparte.
Infine, se il bambino si rifiuta di disegnare la famiglia, è segno che esiste un qualche tipo di disagio, meglio indagare.
E poi… e poi questi psicologi ci hanno rotto. Non si può neppure più disegnare in santa pace che ti affibbiano un etichetta…
Come dite? Sono uno psicologo anche io?
Ehm… scusate, devo scappare, che mio figlio ha appena disegnato un coniglio col cappello, devo capire immediatamente cosa significa.
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Buon giorno mio figlio ha 5 anni e fino a pochi mesi fa era figlio unico! E un bambino molto gentile e sempre accorto su quello che gli capita intorno,sensazioni, cambiamenti di disposizione e look! Pero e anche moltona sociale! Lui gioca da solo! E i suoi disegni un disastro ancora.disegna le persone in modo filiforme e non fa ne mani ne piedi pero le farfalle e altre piccole cose le.disegna da dio! secondo lei devo portarlo a fare un controllo?ma che prassi bisogna seguire??,vado dal pediatra e gli dico: "salve mi faccia un impegnativa per mio figlio lo vedo assente e gentile?"
Salve.
I bambini attraversano delle fasi di sviluppo, anche per quanto riguarda il disegno. Queste fasi non sono però rigide, in quanto a quest’età i bambini sono molto diversi gli uni dagli altri, e seguono pertanto anche ritmi diversi. Ci sono bambini più veloci, e altri più lenti. In linea di massima la fase della figura umana va dai 4 ai 6 anni, ma questo non significa che se un bambino non disegna un uomo perfetto a 6 anni allora ha per forza qualche disturbo. Magari ha solo bisogno di più tempo. A 5 anni è ancora troppo presto per trarre delle conclusioni.
Per quanto riguarda l’asocialità e il giocare da soli, dipende cosa intende per giocare da solo. Accade SEMPRE? Non gioca MAI con nessuno? E’ SEMPRE solo? E’ sempre stato così, o solo dopo la nascita del fratellino/sorellina? Ha parlato con le maestre? Che tipo di giochi fa? Purtroppo è difficile darle una risposta con così poche informazioni, ma se può farla stare più tranquilla le consiglio di rivolgersi al suo pediatra, spiegando i suoi dubbi e chiedendo se ritiene il caso di fare un controllo psicologico.
Probabilmente le dirà che suo figlio non ha niente che non va, ma almeno questo la farà stare più tranquilla.
Buona sera Dottore,
mia figlia.non ha mai conosciuto il padre perché è venuto a mancare quando ero incinta di un mese..ora ha 3 anni e mezzo, sa che suo padre è tra le stelle in Cielo e quando viene sera gli manda i baci..oggi ha disegnato lei, me è suo padre bello grande..ma a testa in giù..al centro e più grande di noi..sotto di lei ha disegnato una piccola moto e al centro una specie di strada che attraversa tutto il fogli. .che però non ha detto che cos’è….cosa vuol dire…sto andando bene con lei?