
Linfedema: quando il corpo trattiene troppo… e come aiutarlo
Il nostro corpo è una macchina perfetta e quando ha qualche problema, fa in modo di farcelo capire attraverso segnali piuttosto chiari.
Se notiamo dei cambiamenti che portano debilitazione e difficoltà non dovremmo certamente ignorarli.
Sintomi come una caviglia più gonfia, un braccio con edema o una sensazione di pesantezza inspiegabile potrebbero sembrare dettagli da poco ma in alcuni casi si tratta di linfedema.
Cos’è esattamente?
Gli specialisti definiscono la patologia una condizione cronica legata al sistema linfatico che si inceppa e inizia ad avere difficoltà nel drenare i liquidi in eccesso e difendere l’organismo dalle infezioni. Non funzionando correttamente il fluido si accumula nei tessuti, provocando appunto lo stato di ingrossamento che abbiamo notato.
Nel linfedema sintomi iniziali come gonfiori, senso di pesantezza ed edemi sono un valido campanello d’allarme ma non possiamo fare un’autodiagnosi, serve un medico che dopo una visita e alcuni esami ci confermi il dubbio.

I campanelli d’allarme per capire che si tratta di linfedema
Prima di allarmarsi o fare autodiagnosi è importante valutare alcuni segnali. C’è da dire che la patologia non si manifesta quasi mai all’improvviso ma si presenta lentamente. Una delle prime cose che salta all’occhio è la differenza di volume tra due estremità del corpo, ad esempio una gamba più grossa dell’altra o un braccio.
Spesso viene accompagnata da una sensazione di tensione cutanea o dall’impressione che capi d’abbigliamento o gioielli calzino diversamente.
Se non si interviene, il gonfiore diventa più evidente e persistente.
La pelle cambia e persino i movimenti quotidiani più semplici diventano difficoltosi.
Non serve allarmarsi a ogni piccolo edema ma osservando una situazione che si ripete o un sintomo che persiste o si aggrava, consultare uno specialista è fondamentale.
Attraverso una visita medica con esami quali l’ecografia o la bioimpedenziometria o altri accertamenti suggeriti si potrà arrivare ad una diagnosi. Nonostante ad oggi non ci sia una cura definitiva, più tempestiva risulta la conferma della patologia e più sarà semplice tenerla a bada.

Come combattere il linfedema
Combattere il linfedema non significa eliminarlo del tutto, ma imparare a gestirlo. Ad oggi non esiste una cura ma dei protocolli con approccio combinato in cui si mixano terapia fisica, alimentazione, esercizio, cura della pelle e l’utilizzo di calze elastiche o altre forme di contenimento.
La terapia complessa decongestiva è uno dei trattamenti più efficaci e si compone di diverse fasi: il linfodrenaggio manuale eseguito da terapisti specializzati, l’applicazione di bendaggi compressivi, l’utilizzo di indumenti elastici su misura e una serie di esercizi mirati.

Avere uno stile di vita sano è più che mai fondamentale: fare sport e attività che aiutino a drenare è importante ma lo è altrettanto seguire un’alimentazione bilanciata povera di sale e carboidrati.
Se non ci sono cure è possibile avere una vita di qualità?
La risposta è sì.
Nonostante convivere con una condizione cronica non sia facile, affidandosi a specialisti e monitorando l’uscita di nuove soluzioni si riesce a continuare la propria quotidianità non rinunciando a nulla.
E chissà, magari nel tempo con la ricerca si riuscirà a trovare un medicinale capace di fare la differenza.
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