Inutile negarlo…in quanto genitori, ci troviamo a ripetere la parola NO spesso. Molto spesso. Probabilmente più spesso di quanto avevamo immaginato o voluto, vero?
Il fatto è che certe volte sembra davvero impossibile non includere la parola “no” in praticamente ogni frase che pronunciamo, visto che le richieste dei nostri bambini sono troppo pericolose, assurde, malsane o prevedono un qualche casino.
No, non puoi giocare con l’accendino.
No, non puoi dipingere sui muri.
No, non puoi giocare con la farina sul divano.
No, non puoi guardare la tv per tutto il giorno.
No, non puoi disegnare i baffi con il pennarello indelebile su tua sorella.
E così via.
Non importa che età abbiamo i bambini, la parola “no” non mancherà mai nel nostro repertorio, se vogliamo mantenere una sembianza di sanità in casa. D’altra parte, spesso i divieti che diamo servono a mantenerli al sicuro.
Il problema allora qual è? Che dopo un po’ tendiamo ad abusarne, e usiamo questa parola non tanto perchè sia davvero necessaria ma perché abbiamo paura di ciò che potrebbe accadere se dicessimo “sì”.
In questo modo però, senza volerlo, corriamo il rischio di limitare la crescita e l’immaginazione dei nostri figli… e di minare la loro fiducia in se stessi.
Ma come possiamo trovare un equilibrio tra il dire di sì e l’evitare che i nostri figli si ammazzino o disintegrino la casa?
Uno dei trucchi più semplici è questo: trovare sempre una spiegazione per il no. Mai dire soltanto “no” o “perché ho detto di no”. (Beh, qualche volta ci può stare… basta fare in modo che sia un’eccezione e non la regola).
Personalmente ho notato che certe volte arrivo a dire “no” automaticamente, ma poi quando mi fermo a pensarci e provo a devo “perchè no?” mi trovo in difficoltà, perchè in realtà mi accorgo che non c’è nessun motivo per dirlo… ma non me ne rendo conto finché non provo a dirlo ad alta voce.
A quel punto capisco che è il caso di tornare sui miei passi e cambiare quel NO in un SI’ ( o magari in un “sì ma…” aggiungendo qualche condizione per rendere il tutto più sicuro/ordinato/ecc 😉 )
E questo non serve solo a me, per imparare a controllare il “risponditore automatico” ma anche ai miei figli, che in questo modo capiscono che, quando è possibile, so essere flessibile… e allo stesso tempo imparano ad esserlo loro stessi (ricordiamoci che loro imparano a comportarsi in base al nostro esempio)
La seconda cosa che tutti i genitori dovrebbero chiedersi prima di dire di no è “cosa potrebbe succedere di male”? Qual è il peggio che potrebbe succedere?
Certe volte “il peggio” è qualcosa di davvero brutto… e in quel caso quando lo si va a spiegare chiaramente ai bambini, anche loro lo capiscono e la smettono di insistere.
In altri casi invece, “il peggio” non è niente di così terribile… Ad esempio, se tuoi figlio vuole passare un’intera giornata a giocare ai videogame, qual è la cosa peggiore che potrebbe succedere?
Succederebbe qualcosa di grave se passasse OGNI giorno a giocare ai videogame e non socializzasse mai con nessuno, ma una giornata come eccezione? Il rischio che succeda qualcosa di davvero negativa non è così alto…
E se volesse provare a tutti i costi quella salsa super piccante?
Se volesse restare a dormire a casa di un amico?
Se nonostante secondo noi faccia freddo volesse togliersi il giacchetto?
Se volesse camminare sotto la pioggia invece che sotto l’ombrello?
Sì.. ma se poi succede davvero qualcosa di negativo? Se dopo una giornata a giocare ai videogame gli facesse male la testa e si pentisse di non essere andato al parco? Se la salsa piccante gli facesse bruciare la bocca e lacrimare gli occhi? Se a casa del suo amico si trvasse male e sentisse la mancanza del suo letto o della sua mamma? Se avesse freddo? Se si bagnasse…
Beh… si chiama “vita”. E le esperienze negative possono essere più utili di quelle positive o di eventuali punizioni arrivate dall’esterno, perchè mettono i bambini (come tutti) di fronte alle naturali conseguenze delle proprie scelte.
Ricordiamoci comunque che dire di sì, non vuol dire per forza dire sì a ciò che esattamente i bambini hanno chiesto, ma possiamo modificare un po’ le cose, aggiungere dei limiti e delle condizioni.
Ad esempio se il pargoletto, in casa, chiede di giocare con le pistole ad acqua, possiamo dire “sì, ma solo in giardino” o “sì, questa sera sotto la doccia” o “sì, più tardi al parco”.
Se il bambino vuole saltare la colazione… lasciamo pure che lo faccia, non può succedere niente di terribile, al massimo avrà fame più tardi e sarà un problema suo.
Quando ci sforziamo di lasciare ai nostri figli un po’ di libertà e li lasciamo prendere le loro decisioni, stiamo anche rendendo la vita più facile a noi stessi, nel breve e nel lungo tempo.
Il primo vantaggio che otterremo sarà che i nostri figli diventeranno più tolleranti di fronte ai “no”, soprattutto se sapremo ogni volta fornire una motivazione. Non sempre, pur avendo capito le nostre ragioni, loro saranno d’accordo con noi e si metteranno l’anima in pace… ma almeno capiranno che la nostra decisione ha una motivazione (anche se non la condivideranno) e che non gli neghiamo qualcosa solo perchè siamo cattivi 🙂
Ragionare con i bambini “a caldo” comunque non è mai facile… ma si può sempre riprendere il discorso più tardi (io consiglio la sera, poco prima della buonanotte)
Il secondo vantaggio sarà che i nostri bambini saranno felici… ed un bambino felice è più facile da gestire di uno arrabbiato. D’altra parte… quanto saremmo felici e cooperativi noi se ci sentissimo rispondere sempre di no alle nostre richieste?
Il terzo vantaggio consiste nel fatto che in questo modo incoraggeremo la loro indipendenza. Imparare dai propri errori è qualcosa di essenziale ed è proprio durante i “momenti sì” che i bambini hanno l’occasione di sviluppare il problem solving e prendersi le proprie responsabilità.
In più è un’occasione per noi genitori di rilassarci, allentare un po’ le redini ed imparare a focalizzarci sui veri problemi e i veri pericoli.
L’infanzia è un periodo della vita irripetibile ed è una vera e propria avventura in cui devono esserci disordine, spensieratezza, regole, errori, divertimento, tentativi, insegnamenti e momenti stupidi… e tutte queste cose non possono esserci se diciamo sempre “no”.
Se pensate di essere tra quelle persone che dicono troppo spesso la parola “no”, prendetevi un paio di settimane per allenarvi a dire più spesso di sì…e poi fatemi sapere come va ^_^