7 cose che avrei voluto sapere sull’allattamento

Non sono un’esperta di allattamento, sono solo la mamma di due bambini, allattati entrambi ma in modo diverso e quando Chicco mi ha chiesto di condividere la mia esperienza di allattamento, ho pensato che fosse una bella occasione per raccontare un po’ la mia storia, visto che ho provato entrambe le strade: al seno esclusivo e con biberon.
Conservo un bellissimo ricordo di entrambe le esperienze, ma ci sono delle cose che ho scoperto solo strada facendo e che non sarebbe stato male aver saputo prima, giusto per essere preparata!

allattamento immaginario reale firmaPin

1) Naturale non significa Facile

Chissà quante volte avrete sentito frasi come “Tizio è proprio bravo a giocare a calcio, gli viene naturale!” o “guarda che disegni fa Caio, ha proprio una dote naturale”…il che ci porta a pensare che se una cosa è naturale, significa anche che sia facile.
Beh, nel caso dell’allattamento, ascoltatemi bene, non è così. Anche se è una delle cose più naturali del mondo, non è qualcosa che arriva in automatico. Beh, magari a qualcuna sì (meglio per voi) ma per la maggior parte delle donne no. Ci vuole parecchia fatica, tanta informazione preventiva (che vi permetterà di dribblare i cattivi consigli) e ostinazione.
Una volta preso il via…si va (e sarà difficile smettere)! Ma ci vuole un po’ di tempo prima che il tutto diventi naturale.

alyssa grande tettaPin

2) All’inizio è doloroso

E non intendo a livello psicologico, ma a livello fisico! Attaccare il bambino nel modo corretto aiuta a prevenire l’insorgere delle ragadi…ma vi dico la mia: i miei li ho attaccati nel modo correttissimo ma vi assicuro che all’inizio ha fatto male lo stesso! E non poco! Ho poi scoperto che esistono i paracapezzoli e che in questo modo tante mamme risolvono questo problema… io però non ci ho pensato, alla fine comunque ce l’ho fatta lo stesso 😉
I primi tempi però, ogni volta che li attaccavo stringevo i denti e iniziavo a contare 1…2…3….4… sapendo che quando sarei arrivata a 15 il dolore sarebbe passato.
Passati i primi mesi, tranquille, non sentirete nemmeno più il capezzolo e il dolore resterà solo un ricordo! Sempre che non vi becchiate una bella mastite 😛

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3) Può essere stressante

Un neonato ha bisogno di mangiare ogni 2/3 ore…e quando il cibo sei tu, può essere molto stancante. Soprattutto la notte. E soprattutto se hai pure un altro bambino a cui star dietro e che ti impedisce di riposare mentre il piccolo dorme.
Alyssa i primi giorni l’ho tenuta nel letto con me in modo da poterla allattare in qualunque momento senza dovermi alzare o svegliare del tutto..ma appena ho riacquistato un po’ le forze l’ho spostata nella sua culla (il cosleeping non fa per me), alzandomi ogni volta che era necessario (cioè TANTE) volte.
E’ stato un po’ stressante quando mi sono accorta che la tetta era l’unico modo per consolarla o per farla addormentare…e la “piccola” aveva ormai quasi 2 anni.
Ma allo stesso tempo era anche molto bello…e comodo! (il potere soporifero della tetta non lo batte nessuno…e ora che per addormentarsi vuole il massaggino full body di mezzora un po’ mi manca :D)

tetta magica copiaPin

 

Non che chi dia il latte con il biberon sia esonerato da tutto questo! Anzi… è ancora più dura doversi alzare di notte, mezze addormentate e andare in cucina a preparare il tutto mentre il bimbo urla impaziente e sveglia tutto il vicinato!

4) E’ fantastico per gli introversi

Quando allatti al seno hai una solidissima scusa per mollare tutti i presenti e allontanarti per almeno mezzora! Insomma, una vera salvezza per gli introversi.
Dovete sapere che anche se mi piace stare con gli amici, dopo un tot di tempo passato a socializzare, sento proprio il bisogno fisico di isolarmi.
Quando poi mi trovavo in compagnia forzata con persone antipatiche, la pausa allattamento durava anche un’ora…o più! Ahh, quanto mi manca questa bella scusa!
Non che mi vergognassi ad allattare in pubblico eh, ma sapete com’è “il bambino ha bisogno di tranquillità”

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5) Non sempre va come l’avevi pianificato

Ho allattato Alyssa per 22 mesi, allattamento esclusivo fin dal primo giorno e per i primi 6 mesi di vita si è nutrita solo di quello. Nonostante la fatica fisiologica dei primi giorni, non ho avuto particolari difficoltà e tutto è filato liscio.
Con Daniel invece, il mio primo bimbo, è andata in modo diverso. Con lui ho avuto un parto cesareo che non ho vissuto bene, con una ripresa molto lenta… sapevo che con uno sforzo avrei potuto allattarlo in modo esclusivo, ma in quel momento per tanti motivi, ho reputato l’allattamento misto la scelta migliore per noi. Non era quello che avevo pianificato e mi sono dovuta scontrare spesso con i giudizi e le critiche delle puriste della tetta.
Ma vi dico una cosa: mio figlio era felice, io ero felice e mentre gli davo il biberon non mi sentivo meno mamma rispetto a quando tiravo fuori il seno.
Devo dire però che Daniel non è mai stato un grande fan della tetta, se non gli proponeo io il seno, lui non lo cercava, così ogni tanto mi tiravo il latte con il tiralatte e glielo davo nel biberon, e lui preferiva così
Comunque con il passare dei mesi ho gradualmente diminuito le aggiunte di L.A. arrivando ad allattare in modo esclusivo anche lui. . A 10 mesi ho smesso perché ci eravamo stufati entrambi passando di nuovo al biberon 😉

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6) Le tue tette non saranno più le stesse

Ok, non avevo delle gran tette nemmeno prima, ma almeno ad una seconda piena di arrivavo. Dopo avermi illusa con la montata lattea che mi ha portata ad acquistare un reggiseno taglia 4a…ora mi ritrovo con una 1a decisamente triste. Ma forse se fossero state più grandi, l’effetto “forza di gravità” sarebbe stato anche peggio…

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7) Non fa di te una brava mamma

Non è il modo in cui allatti tuo figlio che ti rende una brava mamma, nè una cattiva.
Se l’allattamento non va nel modo in cui lo avevi immaginato, è normale rimanerci male, provarle tutte, arrabbiarsi… ma in ogni caso non è un motivo per sentirsi un fallimento come madre. L’allattamento è solo uno degli infiniti aspetti della maternità e degli infiniti bisogni di un bambino, non gira tutto intorno alle nostre tette e proprio come il parto è un’esperienza del tutto personale. E’ qualcosa che puoi amare o odiare (e puoi anche amarlo e odiarlo allo stesso tempo, a seconda dei momenti :P)
E’ una cosa importante, questo sicuramente (i benefici del latte materno sono noti) ma non è una gara a chi lo fa meglio o più a lungo e non è certo questo a determinare quanto si tenga il proprio bambino.
L’importante è farlo con amore e pensando a ciò che reputiamo il meglio per noi e per nostro figlio

E tanto comunque, la gente avrà da criticare in ogni caso…perciò tanto vale andare per la nostra strada 😉

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3 commenti

  1. Vorrei farti un applauso per il punto 4! Hai usato molto tatto e delicatezza…io avrei scritto: É perfetto per liberarsi dei rompipalle! 😛

    1. ahahaha in effetti va bene anche così :’D

  2. Tu hai ragione… ma per una che non è riuscita ad allattare nessuno dei due figli è una delusione infinita… Sono una che non molla mai, che arriva per forza anche se il corpo non ce la fa con la forza della mente… essermi sentita così vulnerabile mi ha spiazzata e ancora oggi che ho superato per il mio primo figlio ostacoli grandi per qualsiasi neomamma e nonostante la mia seconda sia un piccolo abbacchietto mi rimprovero di non aver fatto il massimo per loro o forse di non aver dimostrato ancora una volta che da sola ce la potevo fare ancora non ho capito se l’una prevale sull’altra… chissà quando passerà?

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