La felicità non sta mai ferma – la storia di Leo e il suo percorso con l’ADHD

L’ultimo libro che ho letto è un libro speciale, un libro scritto non da un grande autore di best seller, ma da una mamma, per raccontare la storia di suo figlio Leo:

Leo che piange di continuo, che non dorme, che non si concentra mai su un gioco.
Leo, che al parco giochi spinge e picchia gli altri bambini, e non si capisce perché.

Tutti dicono “vedrai che crescendo si calmerà” eppure questo non succede. Per lui non è “solo una fase”. Perché?
Perché la mamma, Chiara, non riesce in nessun modo a farlo comportare da “bravo bambino”? Forse hanno ragione in paese, dove in tanti reputano Leo un teppistello maleducato e lei una cattiva madre?

Tutti li evitano, li fanno sentire sgraditi, li guardano storto parlando alle spalle e ogni azione quotidiana, come andarlo a riprendere all’asilo, diventa l’ennesima occasione per sentirsi sotto accusa.

Chiara Garbarino, mamma di Leo, nel 2017 apre il blog “Leo il teppista” e quest’anno decide di trasformare la storia degli ultimi 10 anni in un libro: “La felicità non sta mai ferma”, per raccontare il difficile percorso che l’ha portata a passare dal sentirsi una mamma incapace, ad una mamma orgogliosa.

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A tutti capita di imbattersi al supermercato, al parco, in treno o al ristorante in qualche bambino ingestibile, ma qual’è la prima cosa che viene automatico fare alla gente? Giudicare i suoi genitori e in particolare sua madre.

E’ ovvio, se un bambino non riesce a stare calmo, se alza le mani, se non rispetta le regole… è perché ha una madre che se ne frega della sua educazione.

Anche se quella madre quando lo porta al parco non gli toglie gli occhi di dosso nemmeno un secondo sperando di prevenire le sue azioni (e se sta un po’ distante non è perché se ne frega, ma perché sa che standogli troppo vicino lo farebbe sentire sotto controllo, aumentando il suo nervosismo).
Anche se quella madre ha provato a seguire tutti i metodi educativi possibili, si impegna al massimo e fatica molto più del normale.
Anche se quella madre, da quando è nato suo figlio, la cosa che si ritrova a dire più spesso quando esce è “scusa”.
Anche se quella madre, quando la sera si mette a letto, non fa che chiedersi cosa stia sbagliando, mentre nella testa si fa largo ogni giorno di più quel doloroso pensiero: “il tuo bambino ha qualcosa che non va”.

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Purtroppo però, queste non sono cose che si vedono dall’esterno.
Ciò che la gente vede da fuori è solo un bambino impossibile e una mamma che tenta di giustificarlo e giustificarsi.

E se la scuola materna finisce dopo 3 anni di cazziatoni da parte delle maestre, con Chiara che ritrovava puntualmente Leo seduto su un gradino in punizione, con l’inizio delle elementari le cose non migliorano di certo.

Leonardo è costantemente distratto, non rispetta le regole, non gioca come dovrebbe giocare.
I genitori degli altri bambini sono sempre più ostili, non li invitano alle uscite di classe ed un papà arriva addirittura al punto di aggredire verbalmente Chiara fuori dalla scuola.

Le cose insomma, non potrebbero andare peggio, ma si sa che una volta toccato il fondo non si può che risalire, perché adesso Leo ha un’età che permette di avere delle risposte.

La risposta infatti non tarda ad arrivare, e porta il nome di ADHD, un disturbo da deficit di attenzione e iperattività, una condizione di cui si sa ancora molto poco e non facile da riconoscere, ma che finalmente spiega i suoi comportamenti.

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E così, viene fuori che Leonardo non è un bambino cattivo e Chiara non è una cattiva mamma.

E’ vero, c’è un problema, ma questo problema ha un nome e finalmente può essere affrontato nel modo giusto.

Oggi Leo ha 10 anni, e anche se le difficoltà quotidiane non sono ancora finite, Leo ha degli amici, va bene e volentieri a scuola, suona la batteria e gioca a basket!
Un “miracolo” avvenuto semplicemente grazie a delle persone che hanno iniziato a trattare questo bambino nel modo giusto, rispettando i suoi tempi e le sue esigenze, facendolo sentire accettato e apprezzato.

Questo libro l’ho divorato in un giorno, perchè per la prima volta il tema dell’ADHD non viene trattato in modo tecnico e scientifico, ma con le parole semplici e sincere di mamma, nella quale è impossibile non immedesimarsi.

Anche perché tutti, almeno una volta, ci siamo trovati nei panni di Chiara.

E’ un libro che consiglio a tutti i genitori che hanno appena ricevuto una diagnosi di ADHD o che iniziano ad avere dei sospetti, ma soprattutto ai genitori dei “bravi bambini”, perché se tutti imparassimo a metterci nei panni degli altri, ad abbassare quel dito accusatorio che ci parte in automatico dopo aver visto una scena isolata… forse nessun bambino e nessun genitori si ritroverebbe addosso delle ingiuste etichette, che pesano come un macigno e non aiutano nessuno.

La felicità non sta mai ferma è un libro nel quale chiunque può riconoscersi.
Io leggendolo mi sono ritrovata spesso in Chiara, soprattutto per quanto riguarda il capitolo scuola, dove essere un po’ diverso è quasi sempre visto come una colpa.

PinIn altri momenti però, sempre leggendo questo libro, ho capito di essere stata anche io “la gente”, quella che vede e giudica solo guardando la punta dell’iceberg.

Quello che però emerge da questo libro è la grinta di Chiara e l’amore per questo figlio che non ha mai vacillato nemmeno quando aveva tutti contro.
Un grande esempio e una bella lezione di vita per tutti noi.

La felicità non sta mai ferma lo trovate nelle librerie e su Amazon

*In collaborazione con Utetlibri*

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