4 regole per rimproverare in modo corretto un bambino

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Anche il bambino definito più buono in assoluto ha un lato ribelle e disobbediente, e vorrei dire: per fortuna che è così!

È giusto che i bambini cerchino di affermare i loro pensieri e decidano autonomamente come reagire in determinate situazioni, anche se spesso non hanno a nostro avviso comportamenti corretti.
Ovviamente in quel caso il genitore deve intervenire, per indirizzare il bambino alla civile convivenza e al rispetto degli altri, ponendo dei limiti e spiegando perché bisogna comportarsi in un modo piuttosto che in un altro.

In alcuni casi perciò, riprendere il bambino e rimproverarlo è necessario, purché venga fatto nel modo corretto.

Punizioni, sculaccioni, castighi o ricatti non servono a nulla, proprio come il premio per ottenere a breve termine ciò che vogliamo da nostro figlio.
C’è un percorso più lento fatto di ascolto e comunicazione che porta però all’autoeducazione del bambino e a risultati positivi nel tempo piuttosto che immediati comportamenti messi in atto per paura della reazione dei genitori o per ottenere qualcosa di loro interesse.

Se volete essere certi di far recepire il messaggi al vostro bambino nel momento in cui lo riprendete senza che lui possa comunque dubitare dell’amore immenso che provate per lui, iniziate a seguire queste 4 regolette che vi aiuteranno a migliorare il rapporto genitore-figlio anche in un’occasione di tensione.

La giusta sgridata deve essere:

1) BREVE E DIRETTA: l’attenzione dei bambini tende a scemare molto velocemente e dopo poco tempo la valanga di parole che pronunciamo neanche li sfiora più. Riprendere il comportamento errato dovrebbe avvenire in un minuto circa dove viene sottolineato il comportamento sbagliato del momento senza condire troppo il discordo con vecchie marachelle già accadute.
Dategli modo di concentrarsi e capire una cosa alla volta.

2) IMMEDIATAMENTE SUCCESSIVA AL FATTO: il rimprovero deve essere fatto subito; i bambini piccoli non hanno ancora idea di cosa sia passato e futuro, vivono in un continuo presente e ci mettono davvero poco ad archiviare fatti avvenuti anche solo poche ore prima.
Per essere compresa, la sgridata va fatta in modo immediato. Inutile aspettare di arrivare a casa o riprenderlo dopo ore per una cosa successa all’asilo o magari la sera prima dai nonni. Non capirebbero neanche a cosa ci riferiamo e di conseguenza non assocerebbe la sgridata al motivo per il quale la stanno ricevendo.

3) SOLITARIA: meglio non sgridare i bambini davanti ad atre persone, si sentirebbero umiliati e si concentrerebbero più sull’imbarazzo del momento che su ciò che hanno fatto di sbagliato.
Prendete il bambino da una parte, isolatevi un momento, mettetevi alla sua altezza per guardarlo negli occhi e instaurate un contatto dal quale non possa distrarsi, in questo modo vi state assicurando che la sua attenzione sia tutta rivolta a voi e a ciò che gli volete comunicare.

4) ESPLICITA ED EMOZIONALE: non limitatevi a dire che qualcosa non si fa, ma spiegategli il perché quel comportamento è scorretto e cosa provoca su di lui e negli altri. In questo modo capirà meglio l’effetto delle sue azioni e se vedrà che ricadono a suo svantaggio sarà meno propenso a ripeterle.
Per esempio, fa molto più effetto dire “non spingere più il bimbo perchè è caduto e si è fatto male, in questo modo non vorrà più giocare con te” piuttosto che dire “sei cattivo non si fa ti metto in punizione”.

Una cosa fondamentale è essere consapevoli che sgridare, terrorizzare, alzare la voce o ancor peggio le mani non serve a nulla in quanto non insegna l’etica di un giusto comportamento, in quanto i bambini saranno portati a imitarvi e credere che sia giusto fare violenza sugli altri proprio come viene fatta a lui.

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1 commento

  1. Grazie dei consigli, si tratta in effetti di modalità corrette per non esagerare e sbagliare con i nostri piccoli

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