Meningite: come colpisce e perchè è importante vaccinarsi

Lunedì ho partecipato alla conferenza Let’s Talk Meningite, durante la quale si è parlato della Meningite, dai rischi alla prevenzione.

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L’aspettativa di vita è aumentata in modo drastico

Fino agli anni 1750 l’aspettativa di vita non superava i 25/30 anni e questa situazione è rimasta più o meno lineare fino al 1900 dove viene riscontrato un improvviso picco che ha portato l’età media a 47/50 anni, fino ad arrivare ad oggi, dove l’aspettativa di vita raggiunge in media gli 85 anni.

Il 90% della causa delle morti giovanili negli scorsi secoli, infatti, erano proprio le malattie infettive;

Solamente iniziando a combattere quest’ultime abbiamo avuto modo di allungare e migliorare anche la qualità della vita, passando per 3 fattori fondamentali:

  • IGIENE
  • ANTIBIOTICI
  • VACCINI

Non è un’ipotesi, ma un dato di fatto: senza nessun tipo di vaccino la metà della popolazione sarebbe morta appena sfiorati i 20 anni.

Possiamo quindi paragonare l’evoluzione dei vaccini alla stessa evoluzione dell’uomo, che è arrivato ad essere ciò che è ora proprio grazie a questa importantissima rivoluzione medica e scientifica.

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Il regalo più grande che ogni genitore può fare al proprio figlio è proprio il vaccino.

A differenza dei secoli scorsi ciò che gioca a nostro vantaggio oggi, è proprio l’avanzamento continuo della tecnologia, che ci ha permesso di estendere e migliorare la qualità della vita e la vita media.

L’importanza di vaccinarsi non è solo è per proteggere sè stessi ma anche per proteggere gli altri: fino a 50 anni fa si vaccinava senza pensarci due volte per la polio, perché si vedevano morire o restare invalide a causa della malattia, persone vicine e quindi si era impauriti e spaventati che la si potesse contrarre.

Negli anni ’90 la polio non c’era già più nel nostro paese, ma esisteva ancora il vaccino e lo si faceva (e lo si fa ancora) per proteggere non solo il proprio figlio ma la comunità stessa, per evitare che la malattia (ancora presente in alcuni paesi del mondo) potesse tornare.

Due approcci diversi nel giro di pochi anni, all’interno di una sola generazione, che hanno reso possibile eliminare completamente dalla nostra società una malattia che ha causato tantissime vittime.

L’obiettivo della sanità pubblica deve essere quello di arrivare a garantire il 95% di copertura della popolazione per un determinato vaccino.

Questo permette di sviluppare il concetto di immunità di gregge.

Cosa significa immunità di gregge?

Se la nostra comunità fosse vaccinata nelle percentuali sopra descritte potremmo arrivare anche a proteggere quegli individui non vaccinati che (sia per loro volere o perché non hanno potuto farlo per problemi reali come patologie di base o età non adatta a quel determinato vaccino) non si sono sottoposti a tale prevenzione.

E’ stato fatto un sondaggio per capire quanto i genitori siano informati e cosa ne pensassero della meningite, delle vaccinazioni in generale e quanto fossero propensi a vaccinare:

Da parte dei genitori Italiani è emerso un atteggiamento complessivamente positivo nei confronti dei vaccini, ossia il genitore sa che vaccinando sta facendo la scelta giusta per il proprio figlio e la comunità, sente di aver fatto tutto il possibile per proteggere il proprio figlio da malattie che potrebbero contrarre.

Quali sono i motivi che spingono i genitori a vaccinare?

  1. Malattie che fanno paura, ed è proprio la paura il primo fattore che guida il genitore a vaccinare.
  2. L’84% dei genitori riconosce alla vaccinazione l’importanza per la protezione individuale
  3. L’82% riconosce alla vaccinazione un’importanza comunitaria, come protezione di “gregge”

In ogni caso, non c’è un atteggiamento uniforme nei confronti della vaccinazione. Sono stati riscontrati diversi atteggiamenti a seconda delle diverse realtà territoriali. Questo dipende anche in base a come la vaccinazione viene erogata e a ciò che i genitori devono fare per accedere alla vaccinazione stessa.

Il Lazio vediamo che ha delle numeriche dichiarate molto vicine a quelle della realtà nazionale in termine di propensione a vaccinare.
3 genitori su 4 dicono di essere propensi ed avere intenzione di vaccinare i figli e il 64% dei genitori dice di aver sottoposto il proprio figlio a vaccinazione contro la meningite.

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Obiettivo: vaccinazioni gratuite

Una differenza nel Lazio di quello che avviene nelle altre regioni è il regime, perché solo il 34% ha sostenuto la vaccinazione gratuitamente contro il 59% del resto d’Italia.

Questa è una barriera importante perché la chiamata attiva e la gratuità dei vaccini sono una forte leva per far capire al genitore che la vaccinazione è necessaria e che il sistema sanitario vuole che le famiglie facciano qualcosa di importante per la comunità stessa.

Perdere un figlio a causa della meningite

L’avvocato Amelia Vitiello racconta la sua toccante esperienza, della perdita della sua bimba di soli 18 mesi per il meningococco.
E’ successo 11 anni fa, quando le informazioni erano inferiori e meno accessibili rispetto ad oggi.

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In sole 10 ore questa malattia le ha portato via sua figlia; inutile la corsa al prontosoccorso perché ormai, senza una prevenzione da vaccino non si è potuto fare nulla.
Il decorso della malattia è velocissimo e inarrestabile.

Amelia rivive la sua esperienza condividendo questo dolore per informare gli altri genitori dell’importanza della conoscenza.
Anche se ha sempre creduto nelle vaccinazioni, si rende conto di non essere stata all’epoca così informata sul pericolo della meningite.

Quando arrivò la diagnosi, capì che la situazione era tragica e nonostante l’intervento immediato dei medici era troppo tardi per fare qualcosa. Sperava, insieme al marito, in un miracolo che purtroppo non si è realizzato.

La meningite non è una malattia rara come si potrebbe pensare e soprattutto ha un facile contagio, un veloce decorso e porta a una impossibilità di intervento una volta contratta; i sintomi possono essere sfumati all’inizio e colpire chiunque. perciò: perché non prevenire?

Non basta uno stile di vita sano come pensano in tanti per prevenirla, tutti possono essere contagiati dalla meningite.

Ma al di la dei numeri, bisogna considerare che nessuno è immune da questa malattia e una volta contratta ha una mortalità altissima, del 10% perciò 10 persone su 100 non si salvano ed altre 30 hanno danni permanenti dovuti ad essa (riferito alla meningite batterica).

Quando parliamo di meningococco, che da queste meningiti ha un decorso  particolarmente rapido, parliamo di un micro-organismo che può essere prevenuto solo tramite vaccinazione.

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Cosa bisogna fare?

Bisogna migliorare ed aggiornare la comunicazione sull’importanza dei vaccini.
L’informazione corretta, se è scarsa e poco efficace, fa in modo che le notizie false trovino terreno fertile.

Al giorno d’oggi infatti diverse persone sostengono che quello dei vaccini sia solo un business delle società farmaceutiche e lo dimostra anche il fatto che anche se molti vaccini sono gratuiti, c’è una parte di popolazione che sceglie di non vaccinarsi.

In confronto all’elevata efficacia per il vaccino del meningococco sono davvero minimi i fastidi che possono essere generati come: l’aumento della temperatura corporea, arrossamento della zona locale e/o dolore al braccio post puntura.

Si invitano i genitori a non essere superficiali e a fare una riflessione: il desiderio di ogni padre e madre è quello di augurare lunga vita e salute al proprio figlio ma allo stesso tempo per una scelta sbagliata e non approfondita lo si porta a vivere di meno, per poi impazzire al pensiero che “sarebbe bastata solo una puntura”.

Rischio effettivo – Rischio percepito

Purtroppo il cervello dell’uomo non percepisce il “rischio effettivo” ma passa spesso da una paura immotivata a una totale incoscienza in base ai casi mediatici visti al Tg.
Ne è un esempio lampante il fatto che quando in tv si sente la notizia di un bambino morto per meningite, gli ambulatori vengono presi d’assalto da persone che vogliono vaccinarsi, in molti si prenotano ma poi, passato qualche giorno… in tanti nemmeno si presentano all’appuntamento!
Questo perché si passa appunto da una psicosi collettiva che ci fa vedere il pericolo come imminente (anche se non lo è), al totale disinteresse che ci porta a pensare “va beh, tanto a me non succederà mai” (che non è vero!).
Insomma, da un estremo all’altro, entrambi sbagliati.

La comunicazione non può essere sporadica e solo quando succede un caso “vicino a noi”, dovrebbe essere continuativa con dati precisi e reali.
Bisogna avere consapevolezza che grazie ai vaccini tantissime malattie non ci sono più.

Spiegare ai genitori di oggi l’importanza dei vaccini è più difficile rispetto ad un tempo, perché molti non hanno mai visto o vissuto reali conseguenze della malattia su una persona non vaccinata, ma abbassare la guardia significa riprendere a morire per malattia che sono state sconfitte da anni.

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*In collaborazione con educom*

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1 commento

  1. Grazie per aver fatto buona informazione con questo post: la salute comune è interesse di tutti!

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