Non siamo normali, e ci piace così!

Forse ve ne sarete già accorti: siamo una famiglia particolare.

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Normale ritratto della mia famiglia sul divano…

Non so siamo proprio tutti così per natura o se sono io a dare il cattivo esempio a tutti ;P fatto sta che la normalità proprio non fa per noi.

Quando mi trovo insieme ad altre persone e ci si mette tutti quanti a rivangare ricordi di un’epoca passata (infanzia, adolescenza, ecc…) io sono sempre quella che trova meno punti in comune con i racconti degli altri.
“Vi ricordate le nottate in discoteca??” “No, io le nottate le passavo giocando a Final Fantasy…”
D’altra parte, non è che sia una sorpresa, dal momento che già da ragazzina vedevo con i miei occhi che gli interessi dei miei coetanei erano praticamente l’opposto dei miei.
All’inizio un po’ mi pesava. Mi sarebbe piaciuto riuscire a fare amicizia con la stessa facilità con cui riusciva agli altri. Nel mio caso invece (a parte pochissimi “eletti” strani come me), o scappavano loro o scappavo io.

Nell’età critica 12-14 ci ho anche provato a fingermi quella che non ero. Smussavo alcuni lati di me, altri me ne guardavo bene dal mostrarli… ma a parte che era difficilissimo, quando ci riuscivo il risultato alla fine era che le amicizie me le facevo, ma poi mi annoiavo a morte ad uscirci insieme.
Oltretutto, ho accettato il fatto che a me l’eccessivo contatto umano non piace.

Così ad un certo punto ho semplicemente capito che non aveva alcun senso e sono tornata ad essere finalmente e completamente me stessa e una volta libera da tutto ciò che facevo solo perché qualcun altro si aspettava quello da me, ho iniziato ad essere davvero felice… e non ho più smesso!

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Sono andata a vivere da sola, mi sono sposata, ho avuto dei figli, ma anche se le pressioni ad uniformarsi aumentavano, non ho ceduto.
Essere normali, per me significa accettare di vivere secondo standard noiosi, che non mi appartengono.

Ovviamente tutto ciò non poteva che riflettersi anche nel vestire e nel modo di apparire in generale.
Ho i miei gusti chiari e indiscutibili… peccato che nel 90% dei casi non coincidano con le mode attuali…

Sono consapevole che non sempre ciò che piace a me piace anche agli altri ma il trucco è non farsi mai condizionare.
Proprio qualche giorno fa ho condiviso sulla mia pagina Facebook il link all’esperienza di shopping che ho fatto da Ovs, orgogliosa delle belle foto che il fotografo aveva fatto a me e Daniel. Tra i vari commenti, ne trovo uno che non c’entrava nulla ed era tipo “dovresti anche andare dal parrucchiere a farti un colore decente” riferito naturalmente ai miei capelli rosa.

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La mia risposta è stata “quando inizierà ad importarmi qualcosa del giudizio degli altri, ci penserò. Fino a quel momento, continuerò a seguire i miei gusti“.
Spero che anche i miei figli arrivino a avere un equilibrio interiore tale da poter dare delle risposte come questa alle critiche che sicuramente riceveranno per il loro aspetto, i loro gusti, il modo di vestirsi, camminare o parlare… ma sarebbe ancora meglio se la gente smettesse di sentirsi in dovere di giudicare e criticare aspetti della vita altrui che non li riguardano.

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A dirla tutta, quando OVS mi ha chiesto di essere protagonista di una “shopping experience” con tanto di fotografo, ho avuto qualche dubbio…
Da una parte mi sentivo immensamente onorata, dal momento che è uno dei miei negozi preferiti nonchè quello in cui ho comprato il primo corredino di Daniel appena ho saputo di aspettare un maschietto (perciò c’è un certo legame sentimentale) ma d’altra parte io non mi sento mai molto a mio agio davanti alla macchina fotografica (sono abituata a stare dietro!) nè ho mai pensato che i miei gusti potessero essere un riferimento fashion per nessuno…

Alla fine però ho deciso di buttarmi, anche perchè non sarei stata da sola,  a insieme ai miei bimbi e dopo l’esperienza con Alyssa sono tornata anche con Daniel e nonostante molti pensino che con i maschietti ci si diverta meno che con le femmine quando si tratta di vestiti, nel nostro caso è stato il contrario.
Lui era lanciatissimo e io non ho potuto evitare di farmi contagiare dal suo entusiasmo!

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Non ci siamo semplicemente provati dei vestiti, ma abbiamo giocato a vestirci! E messa così, la moda può iniziare a piacere addirittura a me 😀
Tra l’altro OVS è uno dei pochi negozi in cui sono sempre sicura di trovare qualcosa che mi piace, nonostante i miei gusti un po’ fuori dal comune.

E poi ve lo confesso: una delle cose che normalmente mi tengono lontana dai negozi di vestiti, è la sensazione di sentirmi osservata. Oh, a me quando un commesso inizia a seguirmi chiedendomi se può aiutarmi mi mette l’ansia.
Da Ovs invece mi sento libera di gironzolare e guardare quello che voglio e in alcuni punti vendita ci sono addirittura dei monitor intelligenti con cui scansionare il codice a barre e che ti danno tutte le info sul prodotto.
Insomma, nessun contatto umano non richiesto (ma se lo chiedi, sono sempre molto gentili e disponibili)

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Perciò ragazze, siate sempre voi stesse, nel modo di parlare, di vestirvi e di divertirvi.
Ma questo non significa andare sempre controcorrente. Significa solo andare dove volete andare voi. Che sia con il gruppo o da sole, purchè sia dove volete DAVVERO andare.

E quest’esperienza va ad aggiungersi a tutte quelle che non mi sarebbe mai capitato di vivere, se avessi continuato a rincorrere una vita “normale” che proprio non faceva per me 🙂

Potete trovare la nostra esperienza anche sul sito OVS&Kids

 

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2 commenti

  1. Brava così! Anche a me lanciano occhiatacce per strada solo perché ho i capelli verdi e 2 bimbi piccoli (e il più grande adora andare in giro con lo smalto e il rossetto…). Ma a me non importa xkè nulla potrà sostituire gli occhi brillanti di Daniele quando dopo quasi 9 mesi mi ha vista di nuovo con i capelli blu. Ora il mio più grande problema è non avere uno specchio decente per poter coprire la ricrescita. L’importante è sempre sentirsi a proprio agio con la propria normalità che sia far vedere ad un bimbo di 3 anni il pianeta delle scimmie, giocare tutti insieme con la Wii o lasciare i bimbi a guardare il loro papà che stampa cavolate con la stampante 3d

  2. Brava, avrei voluto conoscerti prima e di persona! Almeno saremmo state in due ad annoiarci con gli altri!

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