Come svezzare in modo naturale e cosa aspettarsi

Sotto l’articolo sul magico rito di cucinare insieme ai bambini, tratto dal libro “Il gusto di Mangiare insieme” ho ricevuto un commento in cui si chiedeva cosa dicesse questo libro a proposito dello svezzamento.
ho riportato qualche estratto, ma ovviamente se volete leggere il capitolo completo,dovete procurarvi il libro 🙂 che io sto trovando illuminante sul tema dell’alimentazione in famiglia!

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Normalmente diciamo “divezzare” che letteralmente significa “togliere il vizio”. Oggi però i pediatri non sono più d’accordo su questo termine e preferiscono parlare di “alimentazione complementare” in quanto il latte materno (o formulato) non verrà eliminato dall’alimentazione del bambino. Il cibo solido infatti andrà inserito gradualmente, a partire dal sesto mese e non prima, senza allontanare i bambini bruscamente dal seno materno (o dal loro biberon) e senza imporre loro un percorso forzato di pappe. Va ricordato insomma che l’allattamento al seno andrebbe prolungato il più a lungo possibile, se desiderato.

Ma torniamo al nostro svezzamento.
Come già detto, le linee guida suggeriscono di iniziarlo a partire dal sesto mese, ma come?

Alcuni pediatro sono favorevoli al cosiddetto “autosvezzamento”, un’alimentazione complementare che rendi i bambini protagonisti del cambiamento della dieta senza imporre pappe, schemi rigidi e ricette preconfezionati, immergendoli direttamente nella cultura alimentare di casa.
Questo percorso è facilitato dalla dieta della mamma durante gravidanza e allattamento: gli aromi degli alimenti che consuma sono infatti presenti nel liquido amniotico e nel latte materno e vengono così assaporati precocemente condizionando i gusti del bambino.

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Buona la piadina con l’insalata!

PROPORRE SENZA IMPORRE

Le imposizioni andrebbero comunque evitate. Infilare forzatamente in bocca il cucchiaio magari ricorrendo a giochi di distrazione, per esempio mimando un trenino o un aeroplano, come si usa, rischia di essere controproducente.
Meglio invece favorire l’autonomia il più presto possibile, lasciando ai bambini la possibilità di servirsi con le mani, o appena riescono, anche se in modo rudimentale con una posata, e mettere nel piatto due o tre ingredienti separati, come cereali, frutta e verdure (che non devono mai mancare) per rendere possibili scelte alternative.

IL RIFIUTO DELLE NOVITA’

La bocca e l’apparato digerente rappresentano una sorta di setaccio “custode della vita”, spiega lo psicologo Paul Rozin, è naturale che i bambini respingano gli alimenti sconosciuti.
Il rifiuto di cibi nuovi, definito dagli antropologi “neofobia”, è una reazione innata degli onnivori che probabilmente svolge un ruolo di difesa.
i bambini attraversano spesso una fase di neofobia quando diventano sicuri sulle gambe e camminare consente loro di allontanarsi in autonomia dalla sfera materna, evento che in passato li ha sottoposti a un maggior rischio di avvelenamenti.
Ma già dai 6-7 mesi si manifestano visibilmente preferenze e antipatie che non si sviluppano in modo lineare. Non è strano, quindi, che di primo acchitto i bambini rifiutino, senza neppure assaggiarle, pietanze sconosciute.
Spesso occorrono più assaggi, ripetuti nel tempo, per superare questi pregiudizi.
Può succedere, inoltre, che alimenti precedentemente accettati vengano in un secondo tempo rifiutati e si manifestino delle regressioni a fasi precedenti, per esempio tornare dal solido al liquido.
Continuare a riproporre i cibi non accettati con serenità, affrontando i rifiuti senza scoraggiarsi, sembra essere una strategia vincente per ampliare progressivamente le proposte del menù nella direzione della varietà.

SVEZZIAMOCI CON LORO

Una verifica degli ingredienti che usate abitualmente può aiutare a ridurre quelli che non sono ottimali nella fase dello svezzamento, farà bene anche a voi! Preparate una lista di quello che trovate nel frigorifero e nella dispensa di casa, sedetevi con calma e insieme ai vostri conviventi evidenziate con una striscia colorata quelli che non vi paiono adatti.
Usate un altro colore per mettere in luce gli ingredienti più adatti e infine un terzo colore per gli ingredienti che vi lasciano in dubbio.
La prossima volta che fate la spesa portate con voi questa lista.

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COME MANGI? ESCLUSIONI E AVVERSIONI IN FAMIGLIA

Quanto cibi escludete dal vostro menù abituale perché non vi piacciono?
Oppure perchè ne seguite uno in particolare ad esempio vegetariano o vegano, o ancora, optate per una dieta per motivi di salute come le intolleranze?
Rispondere a questa domanda vi aiuterà a fare il punto della situazione e a comprendere meglio come organizzare il menù.
Coinvolgete tutti i componenti della famiglia, bambini compresi.
Per circoscrivere il campo di ricerca limitatevi agli ingredienti base, escludendo quelli più insoliti che si usano normalmente nelle occasioni speciali.
Preparate una scheda simile a quella illustrata di seguito. Scrivete sotto ogni categoria il nome degli ingredienti esclusi e le ragioni.
Alla fine, contate i cibi esclusi.
Date il punteggio 1 a quelli eliminati perchè non piacciono, zero a quelli che non si consumano per motivi di salute e scelte dietetiche (menu vegetariano e vegano). Sommate i punti e fate una graduatoria.
Chi ne ha totalizzati di più vince il titolo di “palato complicato”.
Il premio potrebbe essere un assaggio settimanale scelto fra gli ingredienti dell’elenco…ma decidete voi.

Potete tenere le schede e aggiornarle, una volta al mese cambiando di volta in volta anche l’attribuzione del titolo.

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Il libro va avanti con molti altri consigli… ma spero che già da questo estratto abbiate potuto trovare qualcosa di utile o comunque farvi un’idea per quanto riguarda l’acquisto del libro.

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