L’ultimo libro sul mio comodino è stata una lettura per ragazzi: “Salta Bart” scritto da Susanna Tamaro e accompagnato dalle piacevoli illustrazioni di Adriano Gon.

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Il protagonista di questa storia è un bambino di 10 anni di nome Bartolomeo (Bart) che vive in un futuro non precisato (comunque non troppo lontano dal nostro) in cui la vita è regolata quasi completamente dalla tecnologia.
Sono le apparecchiature tecnologiche a prendersi cura di Bart, infatti suo padre sta via per diversi mesi di seguito mentre sua madre, sempre per via del lavoro, torna a casa solo una volta a settimana e si limita a tenere sotto controllo il figlio attraverso dei monitor.
Seppur lontani, i genitori di Bart controllano ogni minimo aspetto della vita del bambino a partire da quello che deve mangiare al numero di volte che fa la cacca, le sue giornate inoltre sono completamente sature dalle attività più disparate… Ogni minuto libero è considerato “tempo perso”.

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Il controllo e le attenzioni dei genitori non sembrano però dettate dall’amore verso il bambino, ma solo dalle ambizioni e dalle aspettative che hanno riversato in lui.
Anche la parola “mamma” è un tabù….la madre di Bart vuole che lui si riferisca a lei usando esclusivamente il suo nome di battesimo (Amaranta) e come se non bastasse un bel giorno decide di togliere a Bart l’unica cosa che gli desse calore e lo facesse sentire felice: il suo orsacchiotto Kapok.

Dal quel momento qualcosa in Bart cambia… anche se lentamente e inconsciamente questo bambino, insicuro e sottomesso, inizierà a prendere delle decisioni che lo porteranno a vivere un’avventura pazzesca fatta di conigli, diavoli, maestri cinesi, scheletri, draghi… accompagnato da una gallina parlante di nome Zoe.

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Riuscirà Bart a capovolgere il suo destino?

“Salta Bart” è un libro di avventura ma anche, e soprattutto, una critica ad una società sempre più ipertecnologica che proprio a causa di ciò è diventata arida e priva di sentimenti ed “emozioni vere”. E’ una critica anche alla tendenza di molti genitori di sovraccaricare di compiti e attività i figli con la segreta speranza che diventino dei piccoli geni… o per paura che si annoino o “perdano tempo”, mentre per un bambino sono importantissimi anche i tempi morti perché è durante i momenti di noia che il cervello si accende e vengono fuori le idee.

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Un messaggio giusto, ma quello che non mi è tanto piaciuto è la stigmatizzazione estrema che viene fatta, ancora una volta, della tecnologia…mostrandone solo gli aspetti negativi e freddi. Io resto convinta del fatto che trovare un sano equilibrio tra mondo tecnologico e mondo naturale sia possibile!
Ma “Salta Bart” è una favola e come tale ed è normale che i vari aspetti siano esasperati per far arrivare in modo chiaro e inconfutabile la morale: più galline e meno smartphone!
…A parte gli scherzi, non sarebbe male ricordarci che a volte una passeggiata in un parco può insegnarci molte più cose di intere giornate passate su internet…proprio come è successo al piccolo Bart!

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